8 Settembre 2021 - 12:56 . Cronaca

Estorsioni e minacce ai dipendenti: ai domiciliari il titolare di 21 cooperative di taxi

Un taxi
Un taxi

Uno sistema criminale ormai consolidato e diffuso, che vedeva i tassisti e soci-lavoratori di numerose cooperative di taxi e Ncc a Roma, costretti a sottostare a regole economiche estremamente vessatorie pur di mantenere il posto di lavoro. Era il business messo in piedi da un uomo, ora agli arresti domiciliari, che era l’amministratore di fatto di 21 società cooperative operanti nel settore del trasporto persone. E che dovrà rispondere del reato di estorsione reiterata ai danni di numerose persone offese, in particolare di dipendenti tassisti-autisti. 

Le investigazioni, condotte dal 6° Nucleo operativo metropolitano e sviluppatesi attraverso perquisizioni, analisi delle movimentazioni bancarie e indagini tecniche, hanno fatto emergere l’esistenza di uno “spaccato criminale” ormai consolidato e diffuso, gestito dall’indagato.

I tassisti erano costretti a sottostare a pesanti vessazioni economiche e minacce pur di non perdere il lavoro. L’indagato minacciava le vittime di licenziamento o di privarle, in caso di recesso dalle società, delle auto utilizzate per l’attività lavorativa e di promuovere azione legali pretestuose.

In tal modo, i tassisti sono stati obbligati, dal mese di luglio del 2018 fino all’anno corrente, a effettuare versamenti non dovuti di consistenti somme di denaro, anche indipendentemente dai reali incassi, con la predisposizione di buste paga “di comodo” contenenti indicazioni fittizie sugli introiti conseguiti.

Dagli accertamenti è inoltre emerso che persino durante il periodo del lockdown, l’indagato ha continuato a pretendere dai soci il pagamento delle somme pattuite nonostante l’Inps avesse riconosciuto ed erogato alle società il fondo di integrazione salariale che l’indagato non aveva distribuito agli autisti.

Sulla base di quanto scoperto dalle Fiamme Gialle, le cooperative sono state poste in liquidazione dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha nominato dei commissari liquidatori. L’operazione si inquadra nel dispositivo messo in campo dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Roma per il contrasto a ogni forma di inquinamento dell’economia legale.