27 Ottobre 2021 - 7:26

“Basta ingressi scaglionati”: gli studenti protestano sotto la Prefettura di Roma

Una protesta degli studenti a Roma
Una protesta degli studenti a Roma

Una mobilitazione per chiedere incontri permanenti con il prefetto, ogni due settimane. I giovani della ‘Rete Studenti Medi’ si ritroveranno oggi, mercoledì 27 ottobre, alle 15, davanti alla Prefettura di Roma, con uno zero disegnato sui loro volti, simbolo del valore che, secondo gli attivisti, è stato attribuito alle loro proteste.

“Abbiamo già inviato una lettera al prefetto e ne invieremo un’altra per chiedere un tavolo permanente, un confronto costante – spiega alla Dire Michele Sicca della Rete – vogliamo monitorare la situazione settimana per settimana, senza scendere ogni volta in piazza prima di essere ascoltati. Se i contagi restano stabili, non capiamo perché debba rimanere ancora lo scaglionamento”.

Il problema, infatti, è sempre quello degli ingressi scaglionati (alle 8 e alle 9.40), che comporta per gli studenti l’uscita da scuola anche alle 16 del pomeriggio. Una soluzione che, secondo i ragazzi, crea un disagio quotidiano in quanto vengono privati del tempo per le altre attività extrascolastiche e della concentrazione per studiare.

“Non ci stiamo lamentando perché non riusciamo a giocare a pallavolo, il punto è un altro – continua Michele Sicca –  dopo due anni di Dad (didattica a distanza, ndr) l’unica soluzione per la nostra sicurezza non può essere darci più compiti e meno tempo per farli. La nostra salute mentale è importante. Orami sono tutti a dirlo: docenti, presidi, genitori. Lo scaglionamento degli ingressi non è una soluzione valida“.

Per gli studenti gli ingressi posticipati sarebbero anche un paradosso. “Ci fanno entrare più tardi per evitare gli assembramenti sui bus e davanti scuola –aggiunge l’attivista della ‘Rete’ –. Ma gli autobus sono sempre pieni, ed entrando più tardi ovviamente gli studenti si ritrovano tutti ad aspettare la campanella davanti scuola, quindi l’idea che così non si creino assembramenti, è un falso mito”.