Flaminio | Articoli

Il “terremoto rock” che infiammò il Flaminio: U2, Duran Duran e Bowie, i concerti che fecero storia

di Sergio Campofiorito

Formidabili quegli anni. A vedere oggi lo stadio Flaminio, male in arnese e scalcagnato da anni di incurie, si viene travolti dalla melanconia. Ci fu una stagione, straordinaria, in cui l’impianto fu il teatro dove si esibiva la grande musica internazionale. Come canto di sirena, il Flaminio attirava a sé le star più fulgide: U2, Duran Duran, David Bowie.

David Bowie

Si comincia il 27 maggio 1987. Migliaia di persone premono contro i cancelli dello stadio, qualcuno è arrivato senza biglietto con la speranza di acquistarlo da un bagarino. Il Flaminio ospita il debutto europeo del tour “The Joshua Tree”, sul palco salgono gli U2. Bono non è in forma, ha mal di gola, ma sa come affrontare la situazione. Dopo aver intonato “Sunday bloody sunday” si rivolge al pubblico: “Il medico mi aveva detto di non temere, il pubblico canterà per te”. Il voltaggio degli impianti è altissimo, tanto che nelle case dei dintorni i vetri tremano, i residenti pensano a un terremoto e chiamano a più riprese i vigili del fuoco.

Poco meno di una settimana dopo, sullo stadio Flaminio si levano migliaia di voci che cantano “A view to a kill”. Il primo giugno 1987 la folla è in delirio per i Duran Duran. “Benvenuti a Roma”, “Siete i migliori dell’universo”, “Duran fateci sentire vivi” recitano gli striscioni sugli spalti. Nelle prime file, sotto al palco, si registra un numero incredibile di svenimenti e malori.

Il delirio si raggiunse nella tarda primavera del 1987, quando a esaltare trentamila spettatori fu il Duca bianco, per la prima volta in Italia.

Bowie cala dall’alto seduto su un trono sorretto da corde invisibili; le vesti sono argentee, il volto smagrito e diafano, i capelli aurei: sul Flaminio scende un dio pagano. La folla è incantata, il Duca sciorina il meglio del suo repertorio di allora, ventuno brani tra cui Absolute beginners, China girl, Glass spider, Loving the alien… ogni canzone è puro godimento musicale.

Era il 15 giugno 1987, Bowie intonò anche “87 & cry”. A guardare oggi l’impianto, torna la voglia di cantarla.

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