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Il commento: perché chiudere un’edicola per punizione è un atto sbagliato

di Luigi Carletti

Si può chiudere un’edicola per tre giorni come sanzione per aver spostato un espositore metallico di trenta centimetri oltre il limite consentito? Succede a Montesacro e succede a un edicolante – Claudio Gardini, anni 46, titolare dell’edicola di via Capuana – che è incappato nel provvedimento in quanto lo stesso caso si era già verificato nel 2019. RomaH24 ha chiesto maggiori spiegazioni all’assessore del Terzo municipio Francesca Leoncini, ma al momento non è giunta risposta. Ci auguriamo che la ragione del silenzio risieda nell’imbarazzo di dover commentare un provvedimento che, oltreché ridicolo, è quanto di più tafazziano possa mettere in atto un’amministrazione pubblica in un periodo come questo.

Non starò qui a ricordare la crisi che attraversa il settore dell’editoria con gravi ripercussioni sul mondo nelle edicole. Ogni giorno in Italia se ne perdono a decine e ha ben ragione il sindacato degli edicolanti a ricordare i numeri di una recessione che non è solo economicamente grave, ma priva il tessuto sociale di un presidio straordinariamente importante. Le edicole sono punti di informazione e di cultura, assistere alla loro sparizione è un segnale gravissimo per tutta la società.

Punire un edicolante per essersi allargato di neanche mezzo metro, in un periodo come questo, appare un atto tanto rigido quanto ottuso. La legge dice questo? Bene, ma tutti sappiamo che – specie in una situazione di emergenza nazionale – le leggi si applicano con il buonsenso e che prima di una decisione formalmente corretta ma spiccia, magari si ricerca una soluzione che sia il più possibile equilibrata e non banalmente punitiva.

Comprendiamo che i dipendenti pubblici – garantiti sotto tutti i punti di vista, incluso lo stipendio – a volte facciano fatica a comprendere le ragioni di chi alza e abbassa la saracinesca tutti i giorni, ma appunto per questo dovrebbe intervenire la politica: calmierando e mediando nell’interesse generale. E chiudere un’edicola per punizione, non è certo un atto che va nell’interesse generale.

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