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Batteri fecali, ammonio, erbicidi: i veleni del Tevere secondo il report di A Sud

di Sergio Campofiorito

Ammonio, batteri fecali ed erbicidi probabilmente cancerogeni: ciò che una volta era il “biondo” è oggi in cattive, cattivissime acque. “Il fiume Tevere non sta bene”, inizia così il report “Giù al Tevere”, un monitoraggio civico lanciato dall’associazione A Sud che dal 2003 si occupa di ambiente.

“Secondo le analisi — spiegano i promotori dello studio — condotte dalla nostra associazione insieme ai cittadini romani, al coordinamento romano Acqua pubblica e con il coordinamento scientifico dell’ecologa fluviale Bruna Gumiero, i valori di ammonio ed Escherichia coli (batterio fecale) sono molto elevati. In particolare, nel 79,8% dei campioni la concentrazione di Escherichia coli è sopra al limite per l’idoneità alla balneazione dei corsi d’acqua dolci”.

Il dossier è il risultato di un anno di lavoro in cui le sentinelle di A Sud hanno monitorato mensilmente il fiume in otto punti all’interno del tratto urbano di Roma: dal potabilizzatore di Roma Nord fino al depuratore di Roma Sud, cercando sostanze organiche e inorganiche.

“I risultati — illustrano gli attivisti — mostrano che la maggiore criticità riguarda la presenza di sostanze organiche, in alcune circostanze è stata inoltre rilevata la presenza di glifosato e Ampa (trovati in un caso  in quantità molto rilevanti): si tratta di un erbicida e del suo metabolita, classificato dalla fondazione per la Ricerca sul cancro come probabile cancerogeno. Le ragioni di questo inquinamento non sono chiare e i dati pubblicati da Arpa Lazio in merito non sono sufficienti”.

Nella tarda primavera del 2020, un’indagine simile era stata svolta dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale e Asl Roma 1 dopo che una misteriosa ecatombe di pesci aveva colpito il fiume nel tratto compreso tra ponte Milvio e ponte Sant’Angelo. Nel documento finale sono stati elencati gli inquinanti che appestano il nostro fiume, tra i quali il Clothianidin, un pesticida dichiarato fuori legge nel 2018 poiché altamente tossico per le api.

Pesci morti nel Tevere

Dalle provette, si era scoperta l’esistenza di un altro pesticida tossico per i pesci, la Cipermetrina, uno dei prodotti più utilizzati per la lotta agli insetti, in particolare blatte, mosche e zanzare. 

Anche allora, dalla relazione era emerso un’importante contaminazione fecale dell’acqua testimoniata dalla presenza di escherichia coli ed enterococchi. In 100 millilitri sono stati documentati 7800 unità formanti colonia (l’unità di misura della concentrazione batterica) di escherichia coli, un batterio altamente dannoso anche per l’uomo in quanto può scatenare infezioni mortali. Nell’acqua che beviamo, la legge impone un valore di Ufc per 100 millilitri pari a zero. Il valore degli enterococchi registrato è stato invece pari a Ufc 1100.

Tutti questi dati non rappresentarono tuttavia la pistola fumante per spiegare la moria dei pesci. Possono, anche oggi, però far intuire perché il Tevere, più che essere biondo, ricorda ormai un livido fiume dantesco.


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