Parioli | La storia

9 aprile 1944, in via Flaminia le donne danno l’assalto ai forni

di Sara Fabrizi

Cento grammi. A tanto (o meglio poco) corrisponde la razione giornaliera di pane, nero e ammuffito, per ogni romano a partire dal 25 marzo 1944. La data non è casuale, secondo molti. La decisione di abbassare il quantitativo sembra essere una sottile e crudele forma di rappresaglia contro la popolazione civile. Un modo per colpire più persone possibile, punendo tutti indiscriminatamente per quanto accaduto due giorni prima in via Rasella, dove i partigiani dei Gap, i Gruppi di azione patriottica, hanno compiuto un attentato contro un reparto delle forze di occupazione tedesche. 

Sempre più spesso, si ricorre al mercato nero per acquistare sotto banco qualcosa da mangiare. Ma con il crescere della domanda, i prezzi si alzano. Chiunque abbia a disposizione qualcosa di valore, dall’argenteria alle lenzuola buone, la vende pur di procurarsi il denaro per acquistare cibo. Ci si industria in ogni modo, tra mille difficoltà, per mettere qualcosa sotto ai denti: carrube, bucce di patate bollite, surrogati di ogni tipo. Ma la fame è sempre più nera. Le donne guardano col cuore addolorato i propri figli, magri, denutriti, col volto scavato. La frustrazione e l’insofferenza covano sotto le ceneri, fino a esplodere in vere e proprie manifestazioni spontanee.

La prima, a quanto pare, si tiene il primo aprile, al quartiere Appio. Le donne si radunano di fronte al forno Tosti, con la tessera annonaria in mano, per avere la loro razione. Passano le ore e le porte rimangono chiuse, sprangate. Non arriva nessuno a distribuire il pane. A un certo punto, una donna in prima fila comincia a inveire contro il soldati tedeschi di guardia. “Ci ho quattro creature che me se magnano puro a me se je porto ‘sta crioletta de cento grammi! Ve volete da’ ‘na mossa! Buffoni!” grida. Un milite le si fa incontro e la trascina fuori dalla fila, prendendola per un braccio. A quella vista, le compagne pensano che vogliano arrestarla. Così reagiscono. Tra strilli, spintoni e insulti, si crea un gran caos, che dà alle donne l’opportunità di forzare la porta del forno, introdursi all’interno e portare via quel che trovano, pane e sacchi di farina. Scene simili si vedono il 9 aprile nella terza zona partigiana, quella che include Flaminio e Parioli. Quel giorno, a via Flaminia e Tor di Quinto, i militari della Pai, la Polizia dell’Africa italiana, arrivano a sparare in aria, nel tentativo di disperdere i gruppi di donne che stanno prendendo d’assalto i forni. 

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