Flaminio | La storia

10 marzo 1980, l’omicidio di Luigi Allegretti a via Tiepolo

di Gianluigi Spinaci

Roma, 10 marzo 1980, ore 23:30. Una Alfa Romeo GT di colore rosso sta parcheggiando al civico 30 di via Tiepolo, nel quartiere Flaminio.

A scendere dall’auto è Luigi Allegretti, 36 anni, cuoco presso il noto ristorante Augusteo, nel cuore della capitale. La strada è quasi deserta, ma Allegretti non è solo.

Una vespa bianca con a bordo due giovani si avvicina lentamente al cuoco che nel frattempo si sta dirigendo verso il portone di casa.

Il ragazzo seduto al sedile posteriore della motocicletta estrae una pistola calibro P-38 e dopo averla puntata verso l’uomo spara tre colpi in rapida successione.

Colpito al cuore, Allegretti si accascia sull’asfalto e viene finito con un ultimo proiettile alla testa. La vespa riparte a tutta velocità, dileguandosi in pochi minuti.

Quando giungono i primi soccorsi, ormai non c’è più nulla da fare. Luigi Allegretti lascia una compagna e tre figli, di 2, 5 e 9 anni.

L’omicidio viene rivendicato con una telefonata anonima giunta all’Ansa dai “Compagni Armati per il Comunismo” che affermano erroneamente di aver ucciso “il fascista Rosci”.

Allegretti è stato ucciso per uno scambio di persona. L’obiettivo dei due killer era Gianfranco Rosci, responsabile di una sede del Msi del quartiere Flaminio e residente al civico 38, poco distante dal luogo del delitto.

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