5 Novembre 2020 - 12:42 . Flaminio . Cronaca

Una ferita aperta tra lo stadio Flaminio e corso Francia: le foto choc della discarica

C’è una ferita nel cuore del Flaminio che non guarisce mai. Passano i mesi, ma la discarica sotto al viadotto di corso Francia è sempre lì. Materassi, grossi mobili di ogni tipo, vecchie bambole, monitor di computer e sacchi di immondizia di vario genere sono ammassati in diversi punti dell’area a pochi metri dallo stadio Flaminio.

discarica flaminio
MATERASSI E MOBILI INGOMBRANTI ABBANDONATI PER TERRA

Dopo pochi giorni dalla presentazione del Piano di Conservazione dell’impianto realizzato da Pier Luigi e Antonio Nervi per le Olimpiadi del ’60, avvenuta il 27 ottobre nella Sala Protomoteca in Campidoglio, l’area all’esterno dello stadio appare come un immondezzaio a cielo aperto.

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RIFIUTI DI OGNI GENERE SOTTO AL VIADOTTO DI CORSO FRANCIA

Come si vede dalle foto, infatti, sotto il viadotto di corso Francia si è creata una situazione davvero complicata.

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UN ALTRO PUNTO DELLA DISCARICA A CIELO APERTO

IL PIANO DI CONSERVAZIONE

Una cartolina decisamente poco edificante, proprio nei giorni in cui gli abitanti del quartiere e di tutta Roma ricominciano a sperare di rivedere lo Stadio Flaminio ai suoi antichi splendori. Il 27 ottobre, nella Sala Protomoteca in Campidoglio, è stato presentato il Piano di Conservazione dell’impianto realizzato da Pier Luigi e Antonio Nervi per le Olimpiadi del ’60.

PEZZI DI MOBILI DI LEGNO APPOGGIATI ALLA RECINZIONE DELLO STADIO FLAMINIO

Con questo atto, Roma Capitale punta alla valorizzazione e al mantenimento nel tempo delle caratteristiche architettoniche e costruttive di questo simbolo del quartiere. 

SACCHI DI IMMONDIZIA E ANCHE DELLE VECCHIE BAMBOLE ACCANTO AI PILONI DEL VIADOTTO

A condurre lo studio che ha portato alla realizzazione del piano sono stati diversi dipartimenti dell’Università di Roma La Sapienza, insieme all’organizzazione no-profit Pier Luigi Nervi Project Association e all’Associazione italiana per la documentazione e la conservazione degli edifici e dei complessi urbani moderni, con un contributo erogato dalla Getty Foundation.

I FONDI EUROPEI

Un passo importante, quindi, ma non definitivo. C’è ancora attesa infatti per il progetto per il recupero definitivo. E, per realizzarlo, la sindaca Virginia Raggi potrebbe battere cassa al governo e chiedere finanziamenti (anche) per ristrutturare un simbolo del quartiere.

Dei 209 miliardi di euro (tra sussidi e prestiti) che l’Italia ha ottenuto dall’Europa tramite lo strumento del recovery fund – ideato per attenuare l’impatto sociale ed economico della crisi tra gli stati membri – 80 potrebbero essere usati per avviare un restyling che, nelle idee del Campidoglio, durerebbe 5 anni.

La giunta Raggi ha infatti stilato un “piano di sviluppo resilente e sostenibile”, inviando al Ministero degli affari europei (presieduto da Vincenzo Amendola) e al Ministero dello sviluppo economico (presieduto da Stefano Patuanelli) 159 schede di opere e progetti che, se attuati, andranno a modificare i quartieri della Capitale, tra cui il nostro.

LO STADIO FLAMINIO OGGI

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