8 Settembre 2020 - 18:11 . Villaggio Olimpico . Curiosità

Sessant’anni fa le Olimpiadi: quando nacque un pezzo di Roma tra Villa Glori e Tevere

Veduta aerea del quartiere Flaminio di Roma: in primo piano lo stadio Flaminio e, alla sua destra, l'interlacciamento di Corso Francia con viale Maresciallo Pilsudski, nella zona dove attualmente sorge l'Auditorium. Oltre lo stadio Flaminio il palazzetto dello Sport; oltre tale impianto si trova il Villaggio Olimpico; a sinistra ponte Milvio, lungo la via Flaminia; a destra ponte Flaminio, lungo Corso Francia. In basso a destra, il quartiere Parioli. Oltre il Tevere, a sinistra Vigna Clara, a destra Tor di Quinto
Veduta aerea del quartiere Flaminio di Roma: in primo piano lo stadio Flaminio e, alla sua destra, l'interlacciamento di Corso Francia con viale Maresciallo Pilsudski, nella zona dove attualmente sorge l'Auditorium. Oltre lo stadio Flaminio il palazzetto dello Sport; oltre tale impianto si trova il Villaggio Olimpico; a sinistra ponte Milvio, lungo la via Flaminia; a destra ponte Flaminio, lungo Corso Francia. In basso a destra, il quartiere Parioli. Oltre il Tevere, a sinistra Vigna Clara, a destra Tor di Quinto

Sono passati sessant’anni da quella che fu la XVII Olimpiade. Il Villaggio Olimpico, dal 25 agosto all’11 settembre, ospitò 7.000 persone da 87 diversi paesi. Il quartiere nacque ad hoc per ospitare gli atleti ma fu anche l’occasione per riqualificare una zona degradata. Nella piana tra la collina di Villa Glori e il Tevere, era nato egli anni Quaranta del secolo scorso un agglomerato di baracche di sfollati, conosciuto come campo Parioli.

Il nuovo complesso edilizio, chiamato appunto Villaggio Olimpico, sorse proprio in quella piana negli anni 1958-59 su progetto degli architetti Vittorio Cafiero, Adalberto Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti. Il resto della storia la conosciamo tutti. I giochi olimpici del 1960 fecero conoscere al mondo Cassius Clay, il futuro Muhammad Ali, vincitore della medaglia d’oro nei pesi mediomassimi del pugilato, ma anche di Nino Benvenuti, vincitore dell’oro nei pesi welter e destinato anch’egli ad una grande carriera come professionista. E sempre in questa edizione delle Olimpiadi Livio Berruti vinse la corsa dei 200 metri, eguagliando il record mondiale.

Una volta concluse le Olimpiadi le opere edilizie furono consegnate all’Incis (Istituto nazionale per le case degli impiegati statali), e assegnate tramite concorso ad impiegati dello Stato. Ma guardare le immagini di sessant’anni fa produce ancora un’emozione particolare. In quei giorni nascevano futuri campioni ma prendeva forma anche un futuro pezzo di questa città.

Questa e altre storie sorprendenti sul quartiere sono contenute nel libro “La Storia del Flaminio“, a cura di Sara Fabrizi, edito da Typimedia (208 pagine, 14,90 euro).

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