29 Ottobre 2020 - 16:05 . Flaminio . Cronaca

Elezioni comunali, scontro tra Calenda e Raggi sullo stadio Flaminio

Lo stadio Flaminio
Lo stadio Flaminio

A pochi mesi dalle elezioni amministrative per il Campidoglio, si accende lo scontro tra la sindaca uscente Virginia Raggi e il candidato di Azione Carlo Calenda sulla riqualificazione dello stadio Flaminio.

Il 27 ottobre, nella Sala Protomoteca in Campidoglio, è stato presentato il Piano di Conservazione dell’impianto realizzato da Pier Luigi e Antonio Nervi per le Olimpiadi del ’60. Un atto che, nelle intenzioni di Roma Capitale, porterà al compimento di un processo di valorizzazione e mantenimento nel tempo delle caratteristiche architettoniche e costruttive di questo simbolo del Flaminio e non solo.

“Il Piano di Conservazione era un passaggio fondamentale e propedeutico alla riqualificazione dell’impianto sportivo”, ha dichiarato Raggi a margine della presentazione dello studio compiuto dall’Università la Sapienza di Roma.

“Come Amministrazione abbiamo agito in questi anni per porre le basi affinché non solo lo Stadio ma tutta la zona dell’area Flaminio – Villaggio Olimpico possa vedere una rigenerazione urbana in termini di offerta di servizi sportivi, culturali, ricreativi, per favorirne il rilancio e la piena fruibilità da parte della cittadinanza”, ha concluso la prima cittadina.

Alle sue parole ha risposto duramente Carlo Calenda: “La sfida vinta per la Raggi è aver presentato uno studio sullo stadio Flaminio. Non ci sono fondi o un piano di lavoro“, l’attacco del leader di Azione.

“Questa non è neanche la politica degli annunci, è la politica che pretende di prendere per fessi i cittadini. E a Roma va avanti da troppo tempo”, ha scritto in un tweet pubblicato sul suo profilo.

Non si è fatta attendere la risposta, arrivata da esponenti M5S vicini alla sindaca: “Carlo Calenda in piena campagna elettorale pontifica e bacchetta senza sosta e impartisce lezioni a chiunque”, ha scritto su Facebook l’assessore al Personale del Campidoglio Antonio De Santis.

Nel post De Santis aggiunge: “Oggi si prende una pausa dagli attacchi al Pd e accusa Virginia Raggi ‘di prendere per fessi i cittadini’. Parole grosse, con il classico e spudorato da che pulpito… Non è difficile ricordare come Carlo Calenda, durante il suo incarico da ministro dello Sviluppo economico, riuscì nel record fallimentare di non risolvere nessun tavolo di crisi aziendale, lasciando in eredità 162 dossier non risolti e migliaia di posti di lavoro in bilico”.

In difesa di Raggi sono arrivate anche le parole del capogruppo M5S in Campidoglio Giuliano Pacetti, che su Twitter ha attaccato Calenda: “Sei quello che ha messo i fantamiliardi sul Tavolo per Roma, noi ci occupiamo di cose concrete. Manchi di credibilità”.

LA STORIA DELLO STADIO

Inaugurato il 19 marzo del 1959, lo stadio Flaminio nasce dalle ceneri del vecchio e glorioso Stadio Nazionale – che aveva ospitato tantissimi incontri di rilievo e addirittura una scena del film Ladri di biciclette – demolito nel 1957.

Costruito in vista delle competizione olimpiche del 1960, il 19 marzo del 1959 – come si legge anche ne “La Storia del Flaminio” (Typimedia Editore, 208 pagine, 14,90 euro) – sul prato del Flaminio si gioca il primo incontro, una partita tra squadre dilettantistiche dell’Italia e dei Paesi Bassi, trasmesso in diretta televisiva per celebrare l’inaugurazione dell’impianto. Negli anni a seguire lo stadio vedrà disputarsi principalmente partite di rugby.

Al Flaminio si sono esibiti anche tantissimi artisti leggendari, soprattutto negli anni ’80. U2, Duran Duran, Bowie, Prince. In quel periodo, lo stadio del nostro quartiere divenne un autentico tempio della grande musica. Oggi però è inutilizzato da anni e giace in uno stato di abbandono che non rende giustizia alla sua storia.

LA STORIA DEL FLAMINIO

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