20 Ottobre 2020 - 13:00 . Parioli . Sport

Nuovo decreto, il Parioli Calcio lancia l’allarme: “Così non ce la possiamo fare”

“Per i giovani lo sport non è superfluo: fermando i tornei dilettantistici si crea un grave danno ai ragazzi e alle famiglie”. A dirlo è Mario Lenzini, allenatore della prima squadra del Parioli Calcio.

Tra le misure contenute nel decreto del 18 ottobre per contrastare la nuova ondata di contagi da Covid-19, è stato inserito il divieto di praticare sport da contatto amatoriali e di svolgere le competizioni dilettantistiche di base, mentre sono consentite le attività svolte in forma individuale e lo sport professionistico.

Provvedimenti che colpiscono fatalmente molte società sportive non professionistiche. Tra queste, anche il Parioli Calcio, la cui prima squadra milita nel campionato di Promozione.

Mister Lenzini con la squadra

“I dilettanti, così come la categoria dei regionali, giocano”, spiega Lenzini. “Il problema sono le scuole calcio e la categoria dei provinciali”.

Secondo Lenzini, “avrebbe avuto più senso far giocare tutti: non capisco cosa cambi tra una categoria e un’altra. La sensazione è che si navighi a vista, e noi in questo momento non abbiamo certezze per il futuro”.

Le società sportive dilettantistiche stanno vivendo una profonda crisi: “Ci sono società che si sostengono con le scuole calcio e adesso non sanno come ripartire e come pagare gli stipendi alle tante persone che lavorano in questo settore. Noi non possiamo chiedere alle famiglie, specialmente in questo momento di crisi, di pagare le quote di iscrizione non potendo fornire un servizio adeguato”.

Lenzini si chiede poi perché nelle nuove misure sia consentito solamente di svolgere allenamenti individuali: “Non capisco perché si debbano bloccare i tornei. Cosa cambia tra una partita e un allenamento? Adottando i protocolli adeguati il rischio sarebbe lo stesso, è necessario trovare un compromesso”.

La convinzione del tecnico del Parioli Calcio è che queste norme vadano necessariamente riviste, “altrimenti tantissime società non ce la faranno e tante persone che vivono grazie allo sport dilettantistico perderanno il lavoro”.

Ma a rischio c’è tutto il sistema sportivo: “si parla sempre della Serie A e dei professionisti, dimenticandosi che il mondo del calcio italiano si regge al 97% sul movimento dilettantistico”.