La battaglia al Covid-19 si sposta dal medico di base. Come riporta il Messaggero, da settembre i tamponi si faranno anche nei loro studi. Il tutto per ridurre il peso che in questi mesi è gravato sugli ospedali. E anche peer velocizzare le diagnosi e provare a limitare l’incidenza del virus che in autunno si teme possa tornare a far paura.

Regione Lazio e l’associazione dei medici di famiglia stanno per firmare un protocollo, con l’obiettivo di avviare una sperimentazione in 100 studi del Lazio, sui 500 totali. Rispetto al passato, quando il medico di base poteva soltanto effettuare un’anamnesi da remoto e fare da collegamento tra il paziente e la Asl per prenotare un test al drive-in o il trasferimento in ospedale, adesso sarà possibile fare subito il sierologico per scoprire gli anticorpi e, soprattutto, il tampone molecolare rapido che dà un primo risultato (non definitivo) in quindici minuti.

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