6 Maggio 2020 - 8:40 . Flaminio-Parioli . Cronaca

Greenpeace: “Ecco i benefici delle nuove ciclabili e della mobilità su due ruote”

Un tratto della ciclabile nei pressi della Moschea
Un tratto della ciclabile nei pressi della Moschea

di Daniele Petroselli

“Un passo importante, ma è solo il primo passo”. Così Federico Spadini, campaigner (ossia responsabile delle campagne) Clima e Trasporti per Greenpeace Italia, ha commentato l’approvazione da parte della Giunta capitolina del primo piano straordinario per la realizzazione di 150 chilometri di piste ciclabili provvisorie pensate per la fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

“EMERGENZA COVID, ALTRO CHE OCCASIONE PERSA”
“Siamo favorevoli a soluzioni di questo tipo, sono un importante passo avanti per una città dove la mobilità ciclistica spesso non è incentivata ed è molto pericolosa – commenta Spadini – . In una fase emergenziale come quella che stiamo vivendo, molto critica, è importante ogni misura che promuova la mobilità sostenibile”.

L’emergenza Covid-19, secondo i ciclisti e chi lavora nel settore delle bici, poteva essere l’occasione giusta per spingere verso una mobilità su due ruote, per colmare quel gap che Roma ha con il resto delle capitali europee. Ma Spadini non è così pessimista, anzi: “Non è un’occasione persa. In una fase emergenziale come questa in cui c’è bisogno in pochi giorni di implementare il trasporto su due ruote, non c’è tempo per costruire vere piste ciclabili separate dalla carreggiata delle auto. È una soluzione quella di fare piste ciclabili d’emergenza. Spero che non sia sprecata l’occasione dall’amministrazione capitolina di pensare, a partire dalle prossime settimane, a una nuova fase, per cercare di convertire quelle piste emergenziali in infrastrutture permanenti“.

Ma a non sprecare questo momento dovranno essere soprattutto, come ricorda il responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace, dovrebbero essere non solo la prima cittadina ma anche la popolazione: “Questa situazione ci offre un’occasione per capire quanto soluzioni così semplici come la bici possano essere parte della soluzione per ridurre il traffico di Roma e beneficiarne tutti, soprattutto dal punto di vista della qualità dell’aria. Nelle prossime settimane abbiamo l’opportunità di capire i benefici di avere meno auto in giro e più biciclette sulle nostre strade. A quel punto cittadini, Municipi e Comune saranno ancora più convinti a trasformare il temporaneo in permanente”.

BENE GLI INCENTIVI, MA NON BASTANO”
Decisivi saranno anche gli incentivi all’utilizzo delle due ruote. Nel “Salva Clima”, il decreto emanato dal Governo nel dicembre 2019 (ma di cui mancano però ancora mancano i decreti attuativi), è stato inserito un buono mobilità per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita. Ma è solo un primo passo: “Vanno benissimo, sono un’ottima cosa. Non è sicuramente tutto quello che si può fare, non basterà solo questo. Ci sono molte persone che per diversi motivi non possono spostarsi in bicicletta e questa non può coprire le necessità di spostamento. Oltre a questi bonus, servono investimenti nelle infrastrutture, che permettano di andare in sicurezza nelle ciclabili. Solo così è possibile invogliare le persone a lasciare l’auto a casa e usare le due ruote”.

NON SOLO DUE RUOTE
Ma le due ruote non sono tutto, come ricorda Spadini: “Servono investimenti per potenziare il trasporto pubblico, che per tanti è indispensabile, visto che sono lontani dai posti di lavoro. Serve investire sulla mobilità elettrica e condivisa, per ridurre non soltanto il numero di auto ma soprattutto il livello degli inquinanti. Greenpeace negli scorsi anni ha lavorato sul tema inquinanti e sul bando dei motori diesel nelle principali città italiane. Roma nei mesi scorsi ha annunciato di voler bandire questi motori dal centro storico entro il 2024. Ora c’è un momento emergenziale, ma questa rimane una partita chiave, perché ne va della salute dei cittadini. Bene dunque investire nelle ciclabili, ma non si deve dimenticare l’obiettivo della città libera dai diesel e dai motori più inquinanti. Questo è il momento per ripensare al modo in cui ci muoviamo“.

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