1 Ottobre 2020 - 17:21 . FuoriQuartiere . Cronaca

Cimitero Flaminio, feti sepolti coi nomi delle madri: interviene il Garante della Privacy

Il luogo della sepoltura
Il luogo della sepoltura

Dopo la denuncia choc di una donna, che ha pubblicato su Facebook un post in cui raccontava di aver scoperto che dopo un’interruzione terapeutica di gravidanza, il feto era stato sepolto al cimitero Flaminio con il suo nome, nonostante lei avesse precisato di non volere né le esequie né la sepoltura, emergono altri casi simili.

Sul tema si è mosso anche il Garante della Privacy, che ha aperto un’istruttoria per fare luce su quanto accaduto. Al cimitero Flaminio, infatti,  c’è un’intera area riservata ai feti: bianche croci di legno piantate su piccoli, singoli loculi. Su molte di queste croci è riportato il nome della madre.

Un gruppo di parlamentari e consigliere regionali del Lazio ha presentato anche un’interrogazione parlamentare e una parallela al presidente della Regione Nicola Zingaretti. A lanciare l’iniziativa sono state la deputata Leu Rossella Muroni e la capogruppo della Lista Zingaretti Marta Bonafoni, ma tra i firmatari c’è anche l’ex presidente della Camera Laura Boldrini.

La questione nasce dalla complicata normativa sulla gestione dei feti post mortem nel Lazio: in assenza di un regolamento regionale (una proposta di riforma del 2015 non riuscì mai ad arrivare i in Aula) si fa riferimento al Regolamento nazionale del 1990, in base al quale, alla ventesima settimana di gestazione la sepoltura può avvenire su richiesta dei genitori o comunque su disposizione della Asl. Si appone una “croce in legno e una targa su cui é riportato comunemente il nome della madre o il numero di registrazione dell’arrivo al cimitero, se richiesto espressamente dai familiari” si legge sul sito della Ama.

La donna da cui è partita la denuncia, però, ha spiegato di non aver dato il suo consenso alla sepoltura, di non riconoscersi nel simbolo della croce e soprattutto di sentire violata la sua privacy, dato che il suo nome e cognome sono stati pubblicamente esposti. Con un comunicato stampa, l’Ama-cimiteri capitolini ha preso le distanze da ogni responsabilità: “La sepoltura del feto della signora è stata effettuata su specifico input dell’ospedale presso il quale è avvenuto l’intervento e autorizzata dalla Asl territorialmente competente” si legge nella nota..

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