24 Aprile 2020 - 14:41 . Flaminio-Parioli . Cronaca

Covid-19, così si difendono le cliniche accusate di aver gonfiato i prezzi dei test

Le cliniche romane si difendono. E respingono ogni responsabilità su presunti prezzi gonfiati per i test sierologici. Lo scorso 17 aprile, un articolo del Corriere della Sera aveva riportato di alcune strutture private – dal Laboratorio Antonini a Usi, passando per Analisi Cliniche Luisa, fino al Poliambulatorio Talenti – finite sotto la lente d’ingrandimento dell’Antitrust, in seguito ad alcune segnalazioni ricevute dalla Regione Lazio.

L’accusa era infatti quella di aver applicato aumenti di prezzo fino a 80 euro su questi esami, rispetto alle tabelle della Regione.

IL TEST
Ma a cosa serve il test sierologico? A differenza del tampone faringeo o nasale – che indica la positività o la negatività al Coronavirus nel momento in cui viene eseguito – questo esame consiste nel prelievo di una goccia di sangue, da cui è possibile verificare se il soggetto abbia sviluppato gli anticorpi al Covid-19. Se questi sono presenti, significa che il sistema immunitario è già entrato in contatto con il virus, con la possibilità di sapere più o meno quando.

IL COMUNICATO DELL’ANTITRUST
E proprio in relazione a questo tipo di test, sul sito dell’Antitrust si legge che “alle strutture sanitarie interessate, l’Autorità ha richiesto di indicare la tipologia di test eseguiti; le modalità con cui i clienti vengono informati delle caratteristiche e dei limiti dei suddetti test; le modalità di esecuzione delle prestazioni (nelle sedi e/o a domicilio); i prezzi a cui i test sono offerti”.

E ancora: “A questo proposito occorre specificare che la Regione, in una comunicazione del 9 aprile, ha fornito anche una stima dei costi che i clienti dovrebbero pagare per questo tipo di test, auspicando un’applicazione di prezzi non dissimili da parte delle strutture private: test rapido da sangue capillare 20 euro (a fronte di costi sostenuti dalla struttura erogante di 15 euro) e test sierologico con prelievo venoso 45 euro (a fronte di costi sostenuti dalla struttura erogante di 30 euro)”.

Tradotto: fornire all’Autorità garante delle spiegazioni. Per iscritto, entro il 20 aprile. Ma quali sono le posizioni delle strutture sanitarie in questione, alcune delle quali vicine al nostro territorio?

LEGGI lo speciale (a cura di Claudio Lollobrigida)