9 Marzo 2020 - 13:08 . Flaminio-Parioli . Cronaca

Coronavirus, Anticoli: “Attività commerciali in crisi, c’è il rischio fallimento”

I commercianti hanno spento le luci dei negozi per protesta
I commercianti hanno spento le luci dei negozi per protesta

“Siamo tutti alla canna del gas”. A dirlo è Giulio Anticoli, commerciante storico del Trieste-Salario e presidente dell’associazione Botteghe Storiche e di Roma Produttiva, che lancia l’allarme per tutte le attività commerciali della città, comprese ovviamente quelle al Flaminio e ai Parioli, che stanno soffrendo in queste settimane dopo le disposizioni del Governo e del Campidoglio per cercare di evitare l’espandersi dell’epidemia di Coronavirus.

Al momento sono ferme al palo tutte le imprese che sono nel mondo del turismo. Ma non solo: hanno dovuto provvedere ai rimborsi – racconta a RomaH24 – Il tutto con un’economia al momento bloccata. Tutte le attività che organizzano eventi sono ferme, così come i pub. Ma anche tutti i ristoranti sono in fase di riorganizzazione, viste le nuove misure”.

Una situazione davvero critica, che rischia di precipitare: “Il problema è che per tutte queste attività, le entrate sono congelate ma non le uscite – racconta Anticoli – A fine mese si avranno comunque delle spese, come stipendi da pagare e affitti da onorare. Questo porterà al collasso di molte attività. Quelle che potranno fallire, falliranno, le altre cercheranno di provvedere anche con i propri beni fino a che sarà possibile. Si sta creando una nuova sacca di povertà e questo è allarmante”. Però avvisa: “Se questa situazione dovesse durare più a lungo, anche le altre attività seguiranno lo stesso destino”.

Per cercare di fronte a questa crisi, lo stesso Anticoli ha indetto una riunione dei commercianti per lunedì 16 aprile al laghetto di Tor di Quinto: “Abbiamo bisogno di assistenza, come ce l’hanno gli insegnanti che sono a casa e continuano a lavorare o i dipendenti pubblici. Noi dobbiamo continuare a mangiare come successo fino a pochi giorni fa. Non possiamo rischiare di diventare come il Venezuela”.

E lancia l’appello: “Noi siamo disposti a tutto. Preparerò nei prossimi giorni un documento base con le richieste dei commercianti, ma a questo documento spero partecipino tutte le attività dei quartieri. La situazione è grave”.

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