26 Luglio 2020 - 17:41 . FuoriQuartiere . Cronaca

C’è un identikit: si riapre il caso Saggia Civitelli, il detective freddato a Ostiense

Il sospettato
Il sospettato

È uno spiraglio di luce, dopo venticinque anni di buio. Grazie all’insistente lavoro di ricerca del giornalista e scrittore Fabrizio Peronaci, a distanza di un quarto di secolo è spuntato fuori l’identikit del possibile assassino di Duilio Saggia Civitelli, l’investigatore privato ucciso il 12 febbraio 1995 all’interno della stazione Ostiense.

“Morte di un detective a Ostiense e altri delitti”

RITRATTO DI UN ASSASSINO

Come descrive lo stesso Peronaci, autore per Typimedia di “Morte di un detective a Ostiense e altri delitti” (collana Fattacci di Roma, 13.90 euro, in libreria e su Amazon), si tratta di “un uomo dal viso regolare, attorno ai 45 anni, alto circa 1 metro e 75, corporatura robusta, carnagione olivastra, capelli brizzolati”. A tracciarne la descrizione è un tassista, G.F. L’uomo oggi ha 71 anni e vive nella provincia di Avellino.

LA RICOSTRUZIONE DEL DELITTO

L’identikit era contenuto in un fascicolo della Procura di Roma. Era lì dai giorni immediatamente successivi a quel 12 febbraio, quando un detective privato viene trovato riverso a terra, sul binario 10 della stazione Ostiense. Duilio Saggia Civitelli, 52 anni, è stato freddato alle ore 17 con un colpo ravvicinato d’arma da fuoco.

QUEGLI ERRORI FATALI

Eppure, nelle prime – fondamentali – ore di indagine gli inquirenti riconducono il sangue sul cemento all’effetto di una caduta. Magari, a seguito di un malore. Quell’errore permette all’assassino di scomparire nella penombra di una domenica invernale. Gli investigatori non riescono nemmeno a inquadrare il movente: il detective ha una personalità complessa, conduce più vite e coltiva una curiosa passione per i trenini. Ne ha addirittura una casa piena, a due passi dalla stazione dove troverà la morte.

La ricostruzione degli spostamenti

IL GIORNALISTA INVESTIGATORE

Tra i primi a fiondarsi sulla scena del delitto c’è Fabrizio Peronaci. Giovane cronista del Corriere della Sera con la passione per il giornalismo investigativo – ha fondato un gruppo su Facebook – Peronaci lavora per anni sul caso. Un caso talmente fascinoso, nella sua drammaticità, da convincere Typimedia a dedicargli il titolo di un libro in cui lo scrittore ripercorre tredici cold case di Roma. Dal 1990 al 2000. Vent’anni di misteri.

DOVE CORRE IL KILLER

Peronaci, però, va oltre il ritrovamento dell’identikit del possibile assassino. Attraverso la testimonianza del tassista, lo scrittore disegna una mappa della fuga. La meta finale è via Mercalli. Quartiere Parioli. Peronaci riporta le parole testuali del tassista: “Il passeggero, all’altezza dell’Aventino, mi ha soltanto detto che via Mercalli avrei dovuto imboccarla da via Bertoloni, percorrendo poi via Boscovich, al cui angolo con via Mercalli sarebbe sceso. Quindi io ho fatto via Veneto, via Paisiello, per giungere in via Bertoloni. Appena giunto all’angolo tra via Boscovich in via Mercalli, prima che io girarsi per quest’ultima strada, lo stesso mi ha chiesto di fermarmi all’angolo”.

L’uomo è agitato. “Durante il viaggio – racconta sempre il tassista – controllò spesso la borsa di tela rossa con la scritta Q8 che salendo sul sedile di dietro avevo notato che portava a tracolla. Se l’era messa sotto braccio, tenendola stretta, come se ci tenesse. E spesso ci sbirciava dentro, come per controllare che tutto fosse a posto”.

La corsa costa 14.400 lire. Il sospettato paga con una banconota da 10.000 e una da 5.000. Senza chiedere il resto. Evidentemente, va di fretta.

SI RIAPRE IL CASO

Si dilegua così l’unico indiziato per l’assassino del detective Duilio Saggia Civitelli. Un caso archiviato, nonostante il tassista abbia immediatamente fornito alla polizia una descrizione accurata, tenuta nascosta in un cassetto per venticinque anni. Un caso archiviato. Ma che ora potrebbe riaprirsi.