Roma, 25 Aprile 2024 - 2:01

A piazza Mancini il docu-film “1968”

Visioni sul mondo film fest
Visioni sul mondo film fest

Piazza Mancini | cultura

A piazza Mancini il docu-film “1968”

Prosegue domani, martedì 8 settembre, la rassegna “Docu-menti Visioni sul mondo” a piazza Mancini, curata da Sandra Naggar e promossa dal Comitato Don Minzoni che propone un percorso sull’ambiente, definito in maniera più articolata attraverso i 17 obiettivi dell’agenda Onu 2030RomaH24 è media partner dell’iniziativa insieme a Diarioromano.

A partire dalle 20, nell’Area Anfiteatro Piazza Mancini, verrà proiettato il film documentario “1938. Quando scoprimmo di non essere più umani” di Pietro Suber. Come non parlare di razzismo, leggi razziali, perseguitati e persecutori quando si parla di “Ambiente”, così come non può non parlare di comunità un comitato come quello sorto nel 2016 per volere dell’avvocato Andrea de Rosa, proprio con l’intento di sensibilizzare i cittadini non solo alla cura del proprio territorio ma al dialogo tra i residenti, restituendo un volto umano ad una società sempre più spersonalizzata, divisa, spesso bellicosa pertanto indebolita tanto da mettere in discussione alcuni valori fondanti della nostra democrazia, voluti proprio alla fine del secondo conflitto mondiale.

Visioni sul mondo film fest

Il film documentario di Pietro Suber ci fa percorrere cinque storie raccontate in gran parte dai diretti protagonisti. La Famiglia Ovazza massacrata sul Lago Maggiore nell’autunno del 1943; la storia del mitico “Moretto” del Ghetto di Roma che decise di lottare contro la persecuzione riuscendo a salvarsi grazie alla sua avvenenza che gli valse l’amore della nipote di un collaborazionista fascista. La storia di Franco Schonheit e dei suoi genitori; la vicenda di una ebrea di Fiume salvata da un incisore del Vaticano che la nascose in casa per finire con una famiglia di presunti delatori fascisti accusati di aver denunciato i vicini ebrei ai tedeschi.

Pietro Suber ci fa ascoltare le voci dei perseguitati e dei persecutori, alcuni dei quali tutt’ora convinti di essere nel giusto, chi non si è opposto, oppure di chi semplicemente non ha creduto che potesse andare a finire molto male per tutti. Una vicenda dove si è fatto appello alle divisioni, alle classificazioni arbitrarie, alle emozioni più basse alle quali hanno risposto alcuni “giusti” con un impegno convinto ed un coraggio assoluto. Un lavoro sulla memoria, con tante immagini di repertorio dell’Istituto Luce e documenti originali dell’epoca, prima che si spengano definitivamente gli ultimi testimoni di una pagina di storia densa di lezioni che non si possono dimenticare e che occorre far conoscere ai più giovani che non hanno quasi più alcun collegamento con quel tempo di grande dolore.

Prodotto da Blue Film con Rai Cinema in associazione con Istituto Luce-Cinecittà, in parte in bianco e nero, in parte a colori, il film-documentario ha aperto il Festival del Cinema di Roma del 2018. Della durata di 78 minuti, sarà preceduto da un dibattito moderato dal regista stesso con ospiti Federica Alatri, consigliere di Amuse (Associazione Amici Municipio Secondo) che porterà la sua testimonianza legata a Emma Alatri, una protagonista tra i tanti del film di Pietro Suber e Amedeo Osti Guerrazzi, storico del fascismo, consulente della Fondazione Museo della Shoah e consulente storico stesso del docufilm.


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