Flaminio-Parioli

Rosolino: “Lo sport ha bisogno di un aiuto”

di Daniele Petroselli

Quando riaprono palestre e piscine? E’ questo quello che tanti italiani si stanno domandando. Il prossimo Dpcm terminerà il 15 gennaio prossimo, ma per tornare in sala pesi o a fare una nuotata sembra che si dovrà ancora aspettare fino a fine mese. O almeno queste sono le voci che trapelano da Palazzo Chigi.

Chiuse ormai da sei mesi, palestre e piscine rischiano di pagare ancor di più la crisi. E lo sa bene un ex campione olimpico di nuoto come Massimiliano Rosolino, che da anni vive a Prati e che lo scorso anno è stato nominato direttore responsabile dell’area nuoto del Circolo Antico Tiro a Volo, nel cuore dei Parioli: “Gli sportivi hanno tanta pazienza – ha detto in una intervista a Swimbiz -, sa aspettare. Sa qual è il momento per dare il suo contributo. Durante le vacanze natalizie ci si dedica poi più allo shopping che al benessere, ma speravo che in questo periodo ci fosse una soluzione a questa crisi“.

“Ho visto il ministro dello Sport Spadafora – ammette Rosolino, protagonista del volume Typimedia “Prati in 100 personaggi (+1)” – che poco prima di Natale ha detto che sperava che si potesse riprendere da gennaio, anche se in maniera molto ‘light’, le attività sportive. Ma leggendo il possibile nuovo Dpcm tutto sembra ancora fermo. E così lo sport muore“.

E a chi pensa che la piscina possa essere pericolosa per la trasmissione del Covid-19 spiega: “Abbiamo letto di atleti azzurri contagiati durante gli Assoluti italiani di Riccione e sentito tante persone che lanciavano l’allarme. Non possiamo dire una cosa del genere, magari molti di questi hanno fatto spesa al supermercato, si sono fermati al bar e così via. Bisogna rispettare le regole e non solo sognare un vaccino“.

“Una piscina può accogliere almeno cinque-sette persone – conclude -. Poi sta all’esercente, che da sempre cura la salute dei propri affiliati, regolarsi. Lo sport ha bisogno davvero di una mano“.

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