FuoriQuartiere

Sforza: “Così il Lux riparte dopo il lockdown”

di Daniele Petroselli

“La gente del quartiere ci ha dato la forza per riaprire”. Lo dice con una voce quasi rotta dall’emozione Pierluca Sforza, il gestore e uno dei soci del cinema Lux di via Massaciuccoli, uno dei simboli del Trieste-Salario, a due passi da Villa Ada. Una ripresa lenta, ma quantomeno una luce è apparsa in fondo al tunnel.

Ad agosto ha riaperto le proprie porte. Lo ha fatto dopo mesi di stop duri, dovuti all’emergenza Covid-19. Ma gli effetti sono evidenti anche ora. “Come tanti altri cinema, siamo riusciti a riaprire il mese scorso, ma la ripresa è stata tutt’altro che semplice – racconta Pierluca -. Vuoi per il caldo che ancora incombe, vuoi perché la gente si sente al sicuro a vedere film o serie tv sul divano di casa e non ha nessuna voglia di andarsi a rinchiudere in un cinema. Ma questo vale per tutti i luoghi al chiuso, dai bari ai ristoranti, fino ai teatri. Inoltre non ci sono molti film in uscita al momento”.

La crisi del mondo del grande schermo sta colpendo duramente i cinema: “Ci sono davvero poche pellicole da promuovere ora – ammette Sforza -, le major americane praticamente sono ferme e il loro è il mercato principale”. Ma nonostante tutto non si vuole pensare al peggio. Anzi. “Cerchiamo di essere positivi, vogliamo far vedere al Trieste-Salario che siamo vivi e che una parvenza di normalità c’è”.

Il cinema Lux a via Massaciuccoli

Certo è che il lockdown di marzo è stato davvero complicato per il lux, così come per ogni altra attività del quartiere: “Lo abbiamo vissuto male, inevitabilmente. Abbiamo sofferto di più rispetto ad altre attività, perché ristoranti e bar hanno potuto cercare soluzioni alternative, mentre noi purtroppo non abbiamo potuto offrire di nuovo il nostro intrattenimento. E anche ora è tutto molto complicato. Il solo fatto di tenere in sala la mascherina per due ore, per la durata del film, non rende semplice il ritorno tra le nostre poltroncine”.

Il Lux è da sempre un simbolo del quartiere. Nato dalle ceneri del cinema Alcyone, progettato negli anni ’50 da Riccardo Morandi (che ha realizzato il tristemente noto viadotto di Genova, crollato parzialmente nell’agosto del 2018), era stato prima stravolto nel suo concetto architettonico, per poi tornare al passato con una ristrutturazione del 2011 da parte dell’architetto Pascucci, che ha permesso il recupero della grande vetrata della facciata principale. È stato il punto di riferimento di tanti abitanti della zona, un luogo dove svagarsi.

E ora, nonostante il Covid, il Lux vuole tornare a far sognare, giovani e non solo. Anche grazie all’affetto degli abitanti del quartiere: “Abbiamo avuto tanti gesti di solidarietà da parte del quartiere, sia via mail che di persona – ammette Sforza -Tanti hanno voluto venire a dimostrarci il loro affetto, anche durante il lockdown. E siamo davvero contenti per questo. Abbiamo partecipato a gare di solidarietà, per donare il cibo del nostro bar che rischiava di scadere alle parrocchie, così come alla comunità di Sant’Egidio. E durante queste ‘aperture’ per raccogliere il materiale e donarlo, molte persone sono passate qui per chiedere informazioni, ma anche per farci forza. E per loro, e grazie a loro, che abbiamo trovato la forza per ripartire con ottimismo“. Perché l’essere comunità è anche questo.

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