Flaminio-Parioli | Beatrice Di Bella

Di Bella e Gyrotonic: “Questa è la situazione”

di Daniele Petroselli

Un mese di apertura, dopo l’inaugurazione. Poi le saracinesche si sono chiuse per l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia del Covid-19. E da ottobre sono rimaste così. Il mondo delle palestre dunque ancora aspetta di vedere la luce in fondo al tunnel. E lo sa bene Beatrice Di Bella, personal trainer che non può ancora riaprire la sua Gyrotonic Flaminio a via Donatello 71.

Adesso sia le associazioni che le partite iva come me che si occupano di attività motoria si sono affidate a un gruppo di avvocati – ammette la Di Bella -. Siamo finiti nel calderone delle palestre e dei circoli sportivi e ricreativi, quando chi fa attività come yoga, pilates o lo stesso metodo gyrotonic non dovrebbero rientrare nel dpcm. E pare che ci siano margini per far ritenere la norma anticostituzionale”.

Nonostante la chiusura però non si è arresa: “L’aprire una nuova attività è stato un grande investimento, mi sono rimessa in gioco con un gruppo di trainer ma poi è successo quello che poi sappiamo – racconta -. Abbiamo continuato con attività all’aperto e lezioni online, ma ci stiamo muovendo sia a livello internazionale che nazionale con egli avvocati“.

Certo è che nonostante le chiusure, si affrontano tante spese. E i ristori non sono arrivati da parte dello Stato: “Stiamo sopravvivendo, siamo sempre alle prese con spese come gli affitti. E il governo non ci ha aiutato, perché non ha riconosciuto i ristori alle partite iva. Ed è assurdo, perché essere associazione o partita iva in questo caso non cambia nulla. Dovremmo essere tutti aiutati allo stesso modo. Tante altre categorie stanno ricevendo ristori, comunque degli aiuti. Invece ce ne sono altre come la nostra completamente abbandonate a se stesse”.

Insomma ci si è dovuti reinventare anche in questo campo, ma la situazione non è assolutamente sostenibile: “Teniamo duro, ma tanti non ce la faranno a riaprire. Non è più possibile continuare così. Non c’è una data per la riapertura. E se le cose non cambieranno a breve, dopo il 15 febbraio c’è il rischio davvero che in tanti, senza prospettive, decidano di andare al muro contro muro con il governo e non rispettare le chiusure“.


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