16 Settembre 2020 - 8:01 . FuoriQuartiere . Media
La Storia di Amatrice, Roberta Bruzzone riapre il caso della principessa assassinata
Per fare luce si è mossa addirittura Roberta Bruzzone. In un video pubblicato da Typimedia Editore, la criminologa annuncia di voler fare chiarezza su uno dei cold case più datati della storia d’Italia. Un delitto che insanguinò Amatrice nel Seicento.
È quello della principessa Anna Maria Caffarelli. È un omicidio irrisolto che la giornalista e scrittrice Emma Moriconi riporta all’attenzione, dopo secoli di oblio, nella “Storia di Amatrice”, edito da Typimedia e in vendita in tutte le librerie di catena di Roma, come Feltrinelli e Mondadori, per citare le più grandi, oltre che su Amazon e sulle altre piattaforme digitali.
È il 15 marzo 1648 quando la principessa di Amatrice, Anna Maria Caffarelli, viene trovata morta nel suo letto. Assassinata. Il principe Alessandro Maria Orsini l’aveva sposata nel 1636, quando lei aveva appena 18 anni, e ad essere sospettato dell’omicidio è proprio lui, Alessandro. Il movente potrebbe essere duplice. Lui ha una amante, a Mantova, dove ha dei possedimenti e dove dunque si reca spesso, lasciando la giovane sposa nel palazzo di Amatrice per lunghi periodi. D’altra parte lei, Anna Maria, ha frequentazioni che insospettiscono, di ambito filofrancese, mentre Alessandro parteggia per gli spagnoli: si vocifera che lei abbia complottato contro suo marito.
Aleggia dunque su questo assassinio l’ombra di un movente passionale, ma anche quella di una motivazione squisitamente politica, con testimoni che raccontano vicende fosche, nel corso del lungo processo dall’atmosfera antica. Alessandro, per questo delitto, trascorrerà 30 anni a Castel Sant’Angelo, continuando a proclamarsi innocente. Tornerà ad Amatrice anziano, trovando un territorio profondamente diverso da come lo aveva lasciato. Non basta: una epigrafe, posta sull’abside della chiesa di San Francesco ad Amatrice, riferisce che lì sono seppelliti, insieme, Anna Maria e Alessandro. E dopo il terremoto, nella chiesa una lapide si rompe, aprendo l’accesso a quel sotterraneo…
Adesso Roberta Bruzzone promette di voler riaprire il caso. “Ho chiesto a Emma (Moriconi, ndr) – dice – di consegnarmi tutta la documentazione storica in suo possesso. La analizzerò e proprio ad Amatrice intendo esporre le mie conclusioni“.
C’è qualcosa che Roma deve ora sapere. Roma, dove vivono migliaia di amatriciani. Roma, che ad Amatrice va spesso in gita per uno spaghetto pecorino, pomodoro e guanciale. In quella terra straordinaria, che oggi si batte per la ricostruzione dopo il sisma del 24 agosto 2016, c’è una verità che va ristabilita. C’è un cold case da riaprire.
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LEGGI la presentazione di Luigi Carletti