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“Troppo cemento”. La polemica di un comitato per Villa Massimo

di Camilla Palladino

È polemica sui lavori per la riapertura di Villa Massimo. Da una parte, i membri del comitato per la difesa della pineta dell’area verde, che protestano contro la “cementificazione” del parco e l’assenza quasi totale dei pini originari. Dall’altra, il II Municipio, che sta collaborando con il Comune nella realizzazione degli interventi per il restyling dell’area, per restituire il prima possibile il giardino a tutti i residenti della zona.

Villa Massimo vista dall’alto

A spiegare i motivi della protesta a RomaH24 è Marina Casali, vicepresidente del comitato e residente nella zona, che da dieci anni combatte per la tutela dell’area verde e dei suoi pini. Secondo Marina, i viali appena realizzati dagli operai di via Tripoli sarebbero troppo larghi rispetto al progetto approvato. «Villa Massimo si è trasformata: da area verde ad area “grigia”. Anche la scala del disegno del progetto sembra falsata», sostiene la vicepresidente.

E continua: «Dei 7500 metri quadri di verde è rimasto ben poco. Quasi tutto lo spazio è occupato dagli enormi viali di cemento. Ma questo non è l’unico problema: la struttura abusiva della giostra è rimasta al suo posto. Bisogna attendere la sentenza del Tar in merito alla questione, ma il fatto che siano state costruite le stradine intorno ci fa pensare che il manufatto resterà lì. Inoltre è stato completamente ignorato il vincolo paesaggistico che esiste sull’area dal 1927 e che la denomina come pineta.

Targa che denomina Villa Massimo “giardino”

Tra le venti essenze arboree da piantare nelle aiuole, per il momento, ci sono solo tre pini. Questo è stato possibile perché l’area ha avuto diversi nomi, nonostante il vincolo sia sempre rimasto valido: da pineta di Villa Massimo a parco Marguerite Duras. Infine è stata ribattezzata giardino Giuseppe De Meo (come si può leggere sulla targa di cemento all’ingresso, ndr). La spiegazione è più prevedibile di quel che sembri: la pineta dovrebbe essere composta da pini, il parco presuppone alberi generici, il giardino non ha obblighi», conclude Marina.

Il progetto del Municipio

Alle “accuse” del comitato per la difesa della pineta di Villa Massimo, risponde prima un addetto al Servizio Giardini alla stessa vicepresidente, spiegando che la larghezza dei viali dipende dalla necessità di far entrare grandi mezzi per la manutenzione del verde verticale. E poi, replica anche l’assessore all’Ambiente del II Municipio, Rosario Fabiano: «Il progetto è stato studiato e realizzato dalla Soprintendenza di Roma Capitale. E il Municipio sta rispettando in tutto e per tutto il progetto approvato. Le piantumazioni realizzate – aggiunge – sono state ordinate dal Servizio Giardini di Roma Capitale, quindi anche in questo caso la decisione spetta al Campidoglio. Il Municipio, inoltre, ha piantato nell’area verde tre pini».

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