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Tommaso, le lacrime per la perdita di un figlio del quartiere

di Emiliano Magistri

Tommaso non ce l’ha fatta. Il giovane che, lo scorso 3 ottobre, è stato investito da un’auto lungo via Nomentana, all’altezza dell’incrocio con via Reggio Emilia, è morto domenica sera al Policlinico Umberto I, dove era ricoverato in terapia intensiva. Gli interventi chirurgici a cui si è sottoposto per ridurre gli effetti dell’impatto con la vettura che lo ha travolto non sono stati sufficienti.
La tragedia della scomparsa di un ragazzo, che non aveva ancora compiuto 18 anni, ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle strade del Trieste-Salario e della città più in generale. L’attraversamento pedonale di via Nomentana deve essere spostato? Perché si trova lì? Perché non è segnalato come si deve? Auto e scooter che escono dal sottopasso, o che procedono in direzione di Porta Pia, corrono troppo, non hanno modo di vedere i pedoni che attraversano sulle strisce. E allora cosa si può fare? Amministrazione, commercianti, residenti, amici e familiari si interrogano, tra dolore e rabbia. Le domande sono tante, la risposta, al momento, è solo una: Tommaso non c’è più.

VIDEO. Il soccoritore: “Ecco come è stato travolto Tommaso”

“Ho sentito un grande botto. Ho subito notato il ragazzo per terra. Era riverso in una pozza di sangue, non dava segnali di vita. L’automobilista che lo ha investito non si dava pace, era sotto choc e lo hanno portato all’ospedale Pertini. Non è scappato“. Lo dice in un’intervista esclusiva a RomaH24 Gianfranco Vespa, portiere dello stabile al civico 29 e tra i primi a soccorrere Tommaso.

Il ricordo del responsabile del Pass Roma Basket
“Era un ragazzo generoso, quasi fuori dal tempo per passione, volontà e disponibilità”. Stefano Franceschina, responsabile del Pass Roma Basket, è distrutto mentre racconta il “suo” Tommaso Mossa, descrivendone il grande amore per lo sport. “Lo abbiamo saputo mentre stavamo giocando e siamo rimasti increduli. Avevamo saputo dell’incidente, ma speravamo potesse riprendersi”. Dal racconto del tecnico esce tutto quello che Tommaso riusciva a trasmettere a chi gli era vicino. “Gentile, appassionato per la palla a spicchi e dotato di grande volontà, un ragazzo che faceva squadra”. Il 17enne ha giocato due anni con la storica società della zona dell’Africano, disputando anche l’ultimo anno con la serie C: “Ha contribuito alla promozione con l’impegno in allenamento, anche se non ha potuto giocare in campo. Cercheremo di ricordarlo in qualche modo, questo per noi è un momento di grande dolore”.

Il liceo Righi in lutto
“I compagni di classe sono distrutti. Per questo hanno interrotto le lezioni”, racconta Anita Dal Sasso, una studentessa del liceo Righi. Lei non conosceva personalmente Tommaso, ma frequentava la classe accanto alla sua. “I professori hanno parlato con le classi dell’istituto, ma il dolore è molto forte. Perdere un amico così, all’ultimo anno, può sconvolgere”, dice.
Tommaso era un ragazzo eccezionale. Aveva un‘intelligenza sopra la media, era uno dei migliori della sua classe. Uno di quei rari casi in cui un alunno riesce a coniugare l’attività sportiva agonistica con lo studio”. Usa queste parole Alessio Canevari, collaboratore scolastico del liceo, per ricordare Tommaso. Alessio ha la scrivania accanto alla classe che frequentava, la 5B, e ha seguito la crescita del ragazzo negli ultimi cinque anni. “L’intero istituto è in lutto – dice -. Io stesso ho dovuto nascondere il dolore e la commozione. Devo essere forte per i ragazzi.

Intanto le indagini proseguono
C’è un indagato per la morte di Tommaso. Il fascicolo, aperto sabato scorso, è ora nelle mani del pubblico ministero Andrea Cusani. La Procura di Roma ha affidato a un medico legale l’incarico per eseguire l’autopsia, necessaria ad accertare le cause del decesso. Il deposito della perizia vera e propria non avverrà prima di 60 giorni, spiegano fonti giudiziarie a RomaH24.

La reazione della presidente del II Municipio, Francesca Del Bello
“Valuteremo con il Dipartimento per la Mobilità del Comune di Roma la possibilità di eliminare l’attraversamento pedonale di via Nomentana, perché è troppo pericoloso”. Lo ha detto la presidente del II Municipio, Francesca Del Bello, a seguito della morte di Tommaso. “Si trova a ridosso dell’uscita del sottopasso, è un punto disgraziatissimo – prosegue la minisindaca -. Era stata già chiesta l’installazione di un impianto semaforico, ma non fu possibile per la scarsa visibilità che hanno a disposizione le auto che escono dal tunnel. Ottenemmo una segnaletica luminosa per indicare l’attraversamento pedonale, ma evidentemente non è bastato”.

I negozianti: “Abbiamo perso un figlio”
“Se ne parlava al mercato, tra i negozianti. La mamma ha un negozio qui dietro, questo è come un paese ed è come se tutti avessimo perso un figlio“. Paolo Peroso, presidente dell’associazione Amici di Porta Pia, ha spiegato il dolore per la perdita di Tommaso. Via Nomentana è molto pericolosa per i pedoni e questa situazione è segnalata da anni alle autorità comunali: “Sono anni che denunciamo la pericolosità di quell’attraversamento, andrebbe messo in sicurezza con segnaletica adeguata, anche luminosa. Come avviene nei paesi civili – prosegue -. Come Associazione Amici di Porta Pia stiamo organizzando una raccolta, faremo certamente qualcosa. E so che altre realtà di quartiere faranno lo stesso. Questa è una tragedia che va a colpire una comunità intera”.

Il saluto commosso nel giorno del funerale

Sabato 13 ottobre è arrivato il giorno del saluto a Tommaso. La chiesa di Santa Teresa D’Avila, su via Po, ha accolto i parenti e gli amici che sono voluti essere presenti al funerale. Un silenzio carico di commozione ha accolto il feretro, poi l’ingresso in chiesa per il rito funebre. “Non è facile accettare la scomparsa di un ragazzo di diciassette anni, che si sta affacciando alla vita”, dice. “La vitalità della gioventù si scontra con un episodio del genere. E allora come si fa a credere in Dio? Io non ho la risposta. Ma ho una certezza, e per questo sono qui a celebrare il funerale di Tommaso. È la certezza della speranza. Perché senza speranza, cosa ci rimane?”. Sono le parole del parroco a cui sono seguite quelle degli amici che hanno voluto ricordare il giovane studente del Righi, tutti legati da un unico e profondo saluto: “Non ti dimenticheremo”.

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