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Tmb, in mille alla manifestazione a via Salaria

di Daniela Mogavero

Una folla pacifica e compatta ha manifestato nel pomeriggio di ieri, sabato 6 ottobre, davanti all’impianto Tmb Salario sfidando le nuvole minacciose per chiedere la chiusura della struttura Ama che da anni invade la zona con i suoi miasmi. Il primo passo di una mobilitazione organizzata e coordinata dall’Osservatorio municipale permanente sul Tmb istituito in estate dal III Municipio. Mille persone che hanno urlato slogan, battuto le mani, denunciato una vita turbata tutti i giorni dalla puzza, dal bruciore agli occhi e alla gola, dalla nausea e dal vomito. Un popolo che vive prigioniero nelle sue case e che adesso ha detto basta.

Nel corso della protesta sono state fatte richieste precise. «Chiediamo l’istituzione immediata di un’unità di crisi con tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Non vogliamo che Regione, Comune e Ama litighino sulla stampa, li vogliamo al lavoro per noi per chiudere il Tmb – ha dichiarato il minisindaco del III Municipio Giovanni Caudo nel suo intervento – vogliamo la conferma della chiusura dell’impianto entro la fine del 2019 e un cronoprogramma fino alla dismissione». Caudo ha poi lanciato una frecciata all’assessore all’Ambiente del Campidoglio Pinuccia Montanari: «Il Tmb è solo la punta dell’iceberg di un ciclo dei rifiuti che non funziona. La nostra è una battaglia per Roma, un gesto d’amore verso una città ferita. È una battaglia ambientalista. Vogliamo una inversione di tendenza per modernizzare la città. Sappiamo che questo impianto si può chiudere ma si fa di tutto per non farlo. Siamo qui per non permettere a nessuno di tirarsi indietro dalla chiusura».

Presente anche il II Municipio

La presidente del II Municipio Francesca Del Bello ha partecipato alla manifestazione contro il Tmb Salario ricordando che i miasmi arrivano fino «a viale Somalia, via Mascagni, piazza Vescovio, e anche ai Parioli. Manifesteremo a fianco del III Municipio e dei cittadini finché il Tmb non sarà chiuso. Questa è soltanto la prima di una serie di occasioni che metteremo in piedi finché non si otterrà il risultato della chiusura».
«Anche da noi il problema è molto sentito, l’altra notte mi sono svegliata alle 3:00, ho sentito questa puzza forte e mi sono alzata e mio figlio mi ha detto che l’odore gli faceva venire il mal di stomaco. Lottiamo principalmente per i nostri figli, per il loro futuro perché non possiamo lasciargli in eredità questo mostro che deve chiudere senza se e senza ma, la puzza la sentiamo tutti, nessuno può negare che ci sia. La puzza c’è e fa male». Lo ha raccontato Francesca Pantusa, residente a piazza Vescovio.

Per i residenti è il momento della verità
Adriano Travaglia, Villa Spada, nel corso del suo intervento commosso durante la manifestazione ha voluto ricordare l’inizio della battaglia contro il Tmb: “Eravamo i tre moschettieri nel 2011 e abbiamo iniziato questa battaglia. Oggi abbiamo generato tutto questo, continuiamo per la nostra dignità. Buona lotta”.
«Abbiamo messo paura a qualcuno, che di corsa ha fatto una conferenza stampa due giorni prima della manifestazione – ha detto Daniele Poggiani, del comitato Villa Spada riferendosi all’annuncio di Ama e Comune sul monitoraggio delle emissioni odorigene – Le emergenze vanno affrontate a livello nazionale. Il ministro dell’Ambiente deve convocare le parti e trovare una soluzione per chiudere l’impianto, altrimenti ci penserà la giustizia. Lo dovranno chiudere comunque. Basta non vogliamo altri monitoraggi per 6-12 mesi».
«Se qualcuno vuole confrontarsi con i cittadini, deve venire qui, non in un altro posto – ha rincarato Christian Raimo, assessore alla Cultura del III Municipio – Questo quartiere deve essere risarcito. È un quartiere violentato. Anche quando questo Tmb verrà chiuso ci vorrà del tempo per chiudere la ferita».

I timori per la salute
Un altro punto fermo dei comitati è stato quello di considerare la manifestazione soltanto un punto di partenza anche per dare una risposta a quella che sta diventando un’emergenza sanitaria. «Siamo tutti qui perché abbiamo cuore, polmoni, naso, gola che non funzionano. Se io a Nuovo salario vengo svegliato nel cuore della notte e vado a vomitare un problema ci sarà. Da oggi parte la manifestazione senza fine per dire a tutti quanti ‘Chiudute il Tmb’», ha rilanciato Giorgio Lourier del Comitato Nuovo Salario.
«Nell’ultimo anno ci sono nuovi casi di tumore. Faremo di tutto perché secondo me il Tmb c’entra. È colpa anche di questa puzza e di quello che finisce nell’aria”, ha aggiunto Sergio Caselli, presidente del Comitato di quartiere Fidene.
«La puzza c’è si sente e non c’è bisogno di cercarla. I dati ufficiali della parrocchia dicono questo: in due anni siamo passati da 40 a 75-80 funerali in un anno. In due anni sono morte 199 persone e non si contano quelli che sono andati altrove per le esequie. La stragrande maggioranza dei funerali è al di sotto dei 75 anni, circa 90 persone», ha denunciato il parroco di Fidene don Cristian parlando anche della sua malattia scoperta un anno fa.

I risultati delle rilevazioni
Nel corso della manifestazione sono stati diffusi i primi dati del monitoraggio dei miasmi avviato dall’Osservatorio municipale permanente sul TMB: 240 schede di rilevazione, con 3.483 segnalazioni di odori da Fidene (1.463 di cui 739 con disturbi) a Villa Spada (880 di cui 644 con disturbi) , da Colle Salario (102 di cui 37 con disturbi) a Castel Giubileo (52 di cui 45 con disturbi), da Serpentara (453 di cui 231 con disturbi) al Nuovo Salario (394 di cui 49 con disturbi) fino al quartiere Africano (41 di cui 29 con disturbi) e Casale Nei (50 di cui 18 con disturbi). Nelle schede sono stati segnalati nausea, vomito, mal di gola, bruciore agli occhi, tosse, senso di soffocamento.

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GUARDA la diretta della manifestazione davanti al Tmb

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