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Sporting Palace, la chiusura “misteriosa” e i 3mila clienti beffati
di Emiliano MagistriOscilla tra 2mila e 3mila il numero complessivo delle persone che, nelle ultime ore, sono rimaste “beffate”, per così dire, dalla chiusura repentina della palestra Sporting Palace di via Mantova 1. La palestra dei “vip”, così era conosciuta: il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, l’ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, e lo stilista Renato Balestra, sono infatti solo alcuni dei volti noti che alzavano pesi a pochi passi da piazza Fiume, nel cuore del Trieste-Salario.
Una chiusura inaspettata che, nei modi e nelle tempistiche in particolare, ha lasciato sorpresi (per usare un eufemismo) un po’ tutti: ex clienti, gestori di attività attigue e associazioni di tutela dei consumatori. Già, perché il fronte adesso si sta allargando davvero. Ma andiamo per ordine e ripercorriamo le tappe di questa vicenda.
Le tre lettere di avviso
È il 25 giugno quando la Sporting Palace informa, tramite sms, i propri iscritti del fatto che dal 1° luglio la palestra avrebbe chiuso per cessata attività a una nota catena di centri fitness (che nulla ha a che fare con la precedente gestione), già presente in altri quartieri non solo di Roma, ma di molte altre città italiane. Ai clienti stessi, si legge nella comunicazione, “viene comunque garantita la possibilità di sfruttare l’abbonamento nelle altre due strutture di via Appia e via Sigonio (a poche centinaia di metri l’una dall’altra, ndr)”. È la prima di tre lettere di avviso.
La seconda lettera arriva alle 23:00 di sabato 29 giugno: la Sporting Palace dice che, a rettifica di quanto comunicato il 25 giugno, non cessa l’attività, semplicemente non eserciterà più in via Mantova. Nemmeno mezz’ora e arriva la terza comunicazione: la Sporting Palace ha raggiunto un’intesa con un altro centro fitness in zona Villa Borghese, dove gli iscritti potranno rivolgersi per “rinegoziare” il proprio abbonamento. Cioè pagare un nuovo abbonamento.
L’avvocato e la rivolta dei clienti su Facebook
“Stimiamo che tra le 2mila e le 3mila persone siano rimaste con un abbonamento, del valore medio di 500 euro, ancora non goduto (quindi con cifre superiori al milione di euro che non si sa che fine faranno, ndr) – spiega a RomaH24, l’avvocato Paolo Battaglia, cliente dal 2006, che ora sta curando la querela da depositare alla procura di Roma contro i gestori della Sporting Palace -. Persone che, quell’abbonamento, inevitabilmente, non potranno sfruttarlo più”. Su Facebook è nato il gruppo “Quelli dello Sporting Palace Mantova” che sta raccogliendo la rabbia di chi, da un giorno all’altro, si è trovato al centro di questo mistero. Un mistero che nemmeno la visura camerale effettuata da RomaH24 ha contribuito a chiarire, visto che non risulta alcuna cessione di ramo d’azienda ad altri soggetti.
La smobilitazione del centro benessere
Tempo qualche ora e a via Mantova non ci sarà più nemmeno il centro benessere. Un effetto domino che sta cogliendo di sorpresa anche i dipendenti di “Essenza spa” (che hanno preferito non rilasciare le proprie generalità alla nostra redazione), l’attività adiacente a dove fino a pochissimo tempo fa c’era la Sporting Palace: “Purtroppo la nostra presenza qui era vincolata alla palestra, pur non avendo noi a che fare con quella gestione. Per fortuna abbiamo altre due sedi, quindi il danno riusciamo a contenerlo, ma ci stiamo comunque preoccupando di avvisare i clienti e garantire loro il rimborso dei trattamenti non goduti“.
I timori del titolare del bar
“Non sappiamo cosa succederà. Nessuno ci aveva informati di nulla, speriamo non facciano chiudere anche noi”. Sono le parole di Pino, titolare del locale di via Mantova 1, che si trova accanto a quello che, ormai, “era” l’ingresso della palestra Sporting Palace. “Per noi avere la palestra qui accanto significava avere un ampio giro di clientela – spiega Pino a RomaH24 -, ma adesso non sappiamo cosa succederà. Pur non avendo a che fare con la Sporting Palace, speriamo che nessuno si voglia rivalere sulla nostra attività“.
L’associazione di tutela dei consumatori
L’ennesimo capitolo, che rischia di non essere l’ultimo di questa vicenda, si apre martedì 2 luglio, con la mobilitazione di Asso-Consum, l’associazione di tutela dei consumatori a cui, finora, si sono rivolti circa 130 ex clienti della palestra. “Chiederemo il sequestro dei beni personali e la visione dei bilanci, perché temiamo la bancarotta fraudolenta“. A parlare così a RomaH24 è Carlo Lodi, responsabile delle attività esterne dell’ufficio legale di Asso-Consum. “Molto probabilmente, ma su questo sta lavorando l’avvocato Giuseppe Sorrentino, responsabile nazionale del nostro ufficio legale, verrà intrapresa un’azione individuale collettiva (cioè una citazione unica a nome di tutte le persone danneggiate, ndr) – spiega Lodi -. Rappresentando i soci della palestra abbiamo la possibilità di chiedere di visionare i bilanci societari. A venire particolarmente colpiti sono stati coloro che avevano sottoscritto abbonamenti di lunga durata: parliamo di circa 130 persone con somme che si aggirano tra i 500 e i 900 euro ciascuna”.