Porta Pia | Articoli

Porta Pia, il progetto di rinascita parte dalla ciclabile

di Antonio Tiso

Da incrocio trafficato e degradato, linea di confine tra il II Municipio e il Centro Storico, a nodo di scambio riqualificato e finalmente sicuro. La questione Porta Pia continua ad attirare attenzione e interesse da parte dei residenti del quartiere e degli utenti della futura ciclabile. Se i sottopassi sono terra di nessuno, in attesa di una soluzione che li possa riportare a nuova vita, la rinascita del piazzale potrebbe partire grazie ad un nuovo riassetto delle intersezioni stradali, legato a doppio nodo con la ciclabile in costruzione verso Montesacro. Per non far “morire” questa direttrice della mobilità urbana è necessaria l’implementazione con nuove diramazioni, come racconta Giuseppe Teano, attivista del gruppo “Ciclabile Nomentana Subito!”: “Il progetto in cantiere contribuirà a cambiare culturalmente questa città”, spiega Giuseppe, “ma a quel punto sarà importante non abbandonare il ciclista che arriverà a Porta Pia. Bisognerebbe creare nuove diramazioni a partire dalla Nomentana, così che le biciclette possano raggiungere in maniera sicura piazza Bologna, via Nizza, il Policlinico e l’Università; e poi ancora altre diramazioni da Porta Pia verso via XX Settembre, fino a via delle Quattro Fontane, e da corso d’Italia in direzione di Villa Borghese”.

Per evitare tempi e costi simili a quelli attualmente sostenuti per la ciclabile attualmente in costruzione, si dovranno trovare soluzioni più “leggere”: “La nostra proposta è di creare delle bike lane – continua Giuseppe -, corsie ciclabili ricavate dalla carreggiata. Si tratterebbe di interventi economici e rapidi che potrebbero estendere la rete per le biciclette a nuovi tracciati”. Questo è però solo il primo passo, perché una proposta più a lungo termine sarebbe quella di riprogettare completamente il piazzale: “Il nostro movimento – sottolinea Teano – prende ispirazione da un progetto di riqualificazione dell’area, presentato nel 2014 alla Commissione capitolina dei Lavori Pubblici”. L’idea prende spunto dal principio che i semafori, nelle intersezioni a raso, rischiano di rallentare il traffico, più che migliorarlo: “Il piazzale dovrebbe diventare una rotonda, la rotonda del Bersagliere. Allargando la piattaforma della statua, eliminando i semafori e creando attraversamenti pedonali appositi, si fluidificherebbe il traffico. Le rotonde statisticamente sono più rapide”.

Si tornerebbe quindi alla situazione esistente fino agli anni ‘30, come mostrato dal rendering della possibile trasformazione dell’area: “L’intervento doveva costare circa 3 milioni di euro e i lavori avrebbero avuto la durata di circa 18 mesi – specifica Giuseppe -. Nel progetto di riqualificazione era stata inserita anche la sistemazione delle aree verdi a ridosso delle Mura Aureliane e una stazione per il bike sharing. A oggi è bloccato, ma stiamo facendo pressione perché venga ripreso in mano perché potrebbe portare a una evidente riqualificazione dell’area”.

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