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Porta Pia: i sottopassi abbandonati, terra di nessuno

di Antonio Tiso

Il Centro Storico, al di là delle Mura Aurealiane, si trova a pochi metri, eppure la distanza, in quanto a degrado e pericolosità, sembra ben maggiore. Questa porzione di piazzale Porta Pia sembra, di colpo, proiettata nella periferia più lontana e abbandonata. Siamo all’inizio di corso Italia, davanti al museo storico dei Bersaglieri e a pochi metri dal cinema Europa, dal Ministero dei Trasporti e dai negozi. Nessuno ha il coraggio di utilizzare i sottopassi pedonali per passare da un lato all’altro dello slargo. Meglio rischiare l’attraversamento tra le auto che sfrecciano, piuttosto che scendere in una vera e propria terra di nessuno. Nel novembre 2017, una clochard brasiliana di 49 anni, Norma Maria Moreira da Silva, è stata uccisa proprio in uno di questi tunnel sotterranei. Per l’omicidio è stato fermato un senzatetto italiano di 55 anni. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, i due avrebbero prima avuto un rapporto sessuale consenziente, poi un litigio improvviso: l’alcool sale e appanna il cervello, l’uomo colpisce la donna con uno schiaffo e lei ruzzola per le scale rompendosi l’osso del collo. La troverà seminuda un addetto alle pulizie.

“Mai visto nessuno scendere”
La sensazione di mancanza di sicurezza è diffusa, come confermano le parole di Rino, proprietario di un bar a pochi passi da una rampa di discesa: “In 21 anni non ho mai visto scendere nessuno tra impiegati e residenti. Durante l’inverno le associazioni che si occupano dei senza fissa dimora portano le coperte. Ogni tanto l’Ama ripulisce e disinfesta, ma poi si torna di nuovo al degrado”.

Sottopassi trasformati in depositi di rifiuti
Quelli che dovrebbero essere corridoi per i pedoni si sono trasformati in ben altro: “Dovrebbero servire come vie di fuga per gli automobilisti in caso di incendio – racconta Patrizia, residente da un vita in questo quartiere – ma se davvero si verificasse questo caso, le persone in fuga si troverebbero a sbattere contro pile di materassi, fornelli, corpi dormienti, in mezzo alla sporcizia e al cattivo odore. Una potenziale bomba a orologeria”.

Una discesa da evitare
Provare a scendere è praticamente impossibile, se non ci si dota di mascherine, guanti e stivali protettivi: dopo pochi gradini il forte odore di residui organici è insostenibile, mentre lungo i gradini sono sparse coperte, scatoloni e materassi, insomma tutto il necessario per l’accampamento notturno. L’inverno particolarmente rigido ha poi aumentato il numero di “frequentatori”. Roberto, proprietario di un altro bar al civico 118 del piazzale, ci spiega che “i senza fissa dimora qui non si vedono e non si sentono. Solo l’odore sale fino su. Le loro sono frequentazioni sporadiche. Siamo nei paraggi delle stazioni Termini e Tiburtina, questo è un crocevia dove molti passano per un caffè, spesso sono diretti a Villa Borghese, in particolare nella bella stagione”.

“Una brutta immagine per la città”
Lorenzo, gestore di una pizzeria molto frequentata nell’area di Porta Pia, è demoralizzato: “Non diamo una bella immagine della città. Poi i nostri tavoli all’aperto si affacciano su uno di questi sottopassi, ma, inutile dirlo, commercialmente ci penalizza”. Per Paolo Peroso, presidente dell’associazione Amici di Porta Pia, “la situazione è grave. L’ho denunciata ripetutamente all’amministrazione della città. Oltre al degrado ambientale, c’è in ballo la sicurezza di queste persone. Se lì sotto dovesse svilupparsi un incendio, la gente che dovrebbe scappare farebbe esattamente la fine del topo. Come comitato abbiamo proposto al II Municipio di riqualificare questi sottopassaggi, mantenendoli puliti e illuminati. E prendendoli in locazione per mettere vetrine commerciali”.

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