Trieste-Salario | Articoli

“La rivoluzione gentile di Retake: restituire decoro alle nostre città”

di Antonio Tiso

“Meritiamo di vivere con dignità”. Parola di Rebecca Spitzmiller, fondatrice di Retake, il movimento no profit che dal 2010 si batte contro il degrado nel Trieste-Salario, a Roma e in altre trenta città italiane. «La nostra è una rivoluzione gentile, fatta di piccole azioni che mirano a ripristinare l’ordine e il decoro nelle strade, come nei parchi. Siamo armati di raschietti, scope e palette, scale e pennelli. Retake è il veicolo che ci permette di trasformare, con entusiasmo e divertimento, la cultura della rassegnazione nella cultura della determinazione e resilienza».

Solo nel Trieste-Salario, il quartiere dove è nato, Retake, vanta, a oggi, 1.165 membri, che salgono a 45.693 se contiamo i follower della pagina fb “Retake Roma”. Nel 2017 sono state 527 le azioni di pulizia in tutta la Capitale organizzate sotto forma di evento tramite i social, più numerose altre informali e non pubblicizzate. E sempre nella Capitale sono 90 i gruppi di quartiere, tutti molto motivati.

Rebecca parla con accento americano. Il suo italiano è perfetto. Arrivata nel 1985 dalla Florida, è docente di diritto comparato all’Università Roma Tre. Sposata con un romano, ha un figlio.

Come è nato Retake?

«Alla fine del 2009 organizzai le prime riunioni nel salotto di casa mia, in zona Africano, insieme a una decina di donne americane residenti a Roma. Quello che ci legava, a livello di Dna, era l’empowerment, lo slancio naturale alla responsabilizzazione. Di fronte al dilagante degrado mi sentivo depressa. Sentivo il bisogno di fare. Dovevo incanalare le mie energie. Quando con le mie amiche scoprimmo la capacità di un semplice detersivo di rimuovere le scritte dal travertino, ritrovai il mio entusiasmo. Nel 2010 organizzammo il primo grande evento di pulizia a Villa Borghese. In tutto eravamo circa duecento volontari. Capimmo presto che l’impegno di tutti sarebbe stato maggiore se gli interventi di pulizia si fossero tenuti sotto casa, dove ognuno avrebbe goduto dei risultati delle proprie azioni. Nel tempo crebbe una grande sinergia a livello organizzativo tra me, originaria della Florida, che del gruppo ero “l’Uragano”, Paola Carra, insegnante napoletana, detta “Vulcano”, e Lory Hickey, californiana, “Terremoto”. Da questo incontro a tre non poteva che scaturire un’energia straripante. E così fu. Partimmo e non ci siamo mai più fermate. Anzi, i volontari aumentano ogni giorno. Antonio Battaglia – mai cognome fu più azzeccato – poi ebbe l’idea geniale di creare le pagine social di Retake divise per quartiere. E lì il movimento decollò, con gruppi che oggi vanno da Brescia ad Agrigento».

Cosa vi spinge a scendere in strada e ripulire?

«Ogni abitante delle nostre città ha diritto a vivere nel decoro e di avere spazi liberi dalla illegalità. Dobbiamo ribellarci al degrado».

Ci racconti le attività di Retake.

«L’impegno del nostro movimento è cresciuto nel tempo. Non ci fermiamo più agli interventi nelle strade o nelle ville pubbliche. Ora sono gli istituti scolastici a chiederci di organizzare incontri con gli studenti, per parlare della difesa dell’ambiente urbano e di cittadinanza attiva. Le prime scuole ad aprirci le porte sono state la St. George’s School e la American Overseas School of Rome, sulla via Cassia. La loro burocrazia è più snella rispetto a quella delle scuole pubbliche italiane. Poi è venuto il turno del Cristo Re, vicino a Parco Nemorense, istituto privato paritario. Ma ora il progetto scuole va alla grande, dappertutto, anche nelle scuole pubbliche».

Come si fa ad aprire un gruppo Retake?

«Bisogna prima controllare sul nostro sito o sulla pagina Facebook se già esiste un gruppo nella propria zona o città. Poi nel caso scrivere alla mail: info@retakeroma.org. Ci sono alcune linee guida che bisogna seguire. Dopo di che le persone possono lavorare in autonomia».

Servono autorizzazioni per le vostre iniziative pubbliche?

«Noi ci muoviamo sempre nel rispetto della legge e prima di mettere mano alle pareti esterne di un edificio chiediamo il permesso ai proprietari. Siamo molto attenti al valore della legalità e al rispetto delle leggi».

Retake promuove anche l’arte di strada?

«Naturalmente, purché legale. Promuoviamo accordi per la realizzazione di murales sia su spazi privati che su spazi pubblici. L’arte è una potente medicina contro il degrado».

Ci racconti una storia di volontariato legata al movimento.

«Ce n’è una a cui sono molto legata. Remo, un pensionato, un uomo solitario di poche parole, da anni aveva un particolare “passatempo”: scendere in strada a ripulire le aiuole sotto casa. E per questo veniva deriso da vicini e conoscenti. Ma lui non aveva mai dato peso a critiche e prese in giro. Sentiva che il tempo gli avrebbe dato ragione. E un giorno è successo: si è unito ai retaker di Ostia, mentre bonificavano il tratto di fronte al mercato dell’Appagliatore. Si è portato un rastrello a sei punte costruito con le sue mani, ha lavorato alacremente e sul finire della mattinata ha lasciato il suo recapito telefonico per partecipare ad altri eventi sul territorio».

C’è un’immagine con cui descriverebbe lo spirito di Retake?

«Certamente. Cito sempre una vecchia metafora: se immergi una rana nell’acqua bollente, questa schizza fuori immediatamente, ma se la metti in una pentola d’acqua fredda e poco alla volta la scaldi, la rana non se ne accorge e muore. Ecco: noi “retaker” non vogliamo fare la fine della rana. Da qui nasce tutto il nostro impegno quotidiano».

 

Il personaggio

Rebecca “Uragano” Spitzmiller, la fondatrice del movimento Retake, è americana dell’Ohio. Cresciuta in Florida, è arrivata in Italia nel 1985. Docente di diritto comparato all’Università di Roma Tre, è sposata con un romano. La coppia ha un figlio. Donna energica e poliedrica, Rebecca è una giurista, ma anche un’appassionata di arte. Quando può infatti dipinge. Innamorata di Roma, crede nel diritto di ognuno a godere di spazi puliti, belli e sicuri in cui camminare, giocare e incontrarsi.

Gli obiettivi: qualità della vita, arte, cultura solidale

1_Migliorare la qualità della vita tramite azioni volte alla riduzione del degrado, favorendo così la crescita del senso civico dei cittadini e dei turisti.
2_Accrescere una cultura solidaristica e di cittadinanza attiva, secondo il concetto della sussidiarietà.
3_Sostenere la legittima espressione artistica sotto forma di Street Art incoraggiando artisti di talento a promuovere la propria arte in luoghi pubblici e privati, previa autorizzazione.
4_Favorire l’integrazione sociale in zone urbane periferiche per una visione di diffusione di un maggiore orgoglio e senso civico.

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