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La cannabis (legale) nella lista della spesa

di Daniele Petroselli

Il mondo della canapa conquista il mercato italiano (e romano). Stiamo parlando dei grow shop, negozi dove vengono venduti i prodotti realizzati con marijuana “legale”, che si differenzia da quella per uso medico. La protagonista assoluta è la cannabis light che, una volta dichiarata legale, sta dilagando con marchi diversi e veri e propri franchising. Si tratta di una sostanza che ha un valore di thc (tetraidrocannabinolo, suo principale principio attivo) inferiore per legge allo 0,6 per cento. Allo stesso tempo contiene il cannabidiolo (Cbd), principio non psicoattivo usato per il rilassamento. «La cannabis legale è ricavata da infiorescenze femminili di Canapa Light Sativa specificatamente selezionate perché ricche di Cbd, cioè il composto non psicoattivo utilizzato anche per la marijuana medica e povere di Thc», ci spiega Dario Marchi, farmacista. Secondo gli ultimi dati, in Italia nel 2017 erano oltre 400 i negozi che vendono questi prodotti, con la Capitale che ne conta 36 (dati di inizio 2018). E si trovano anche nel Trieste-Salario: da Mister Botanist in via Chiana a Hemp Arrow in via Savoia ad una serie di altri punti vendita, i negozi sparsi nel quartiere sono in aumento.

Biscotti e cioccolata all’aroma di marijuana
«In realtà vendiamo non solo l’erba della qualità espressamente indicata dalla legge, ma anche altri prodotti che contengono cannabis light come bevande, biscotti, caramelle, candele, oltre a capi d’abbigliamento», racconta Dario Iacobelli del Cannabis Store Amsterdam di viale Libia, che opera nel quartiere da inizio anno. «Il gusto è dolciastro e su biscotti o cioccolata assume un aroma particolare. Posso però dire che assolutamente non sballa ma anzi ha qualità benefiche». E ce lo conferma anche il farmacista: «Il cannabidiolo ha un effetto antinfiammatorio, analgesico, antinausea, antiemetico, antipsicotico, anti ischemico, ansiolitico e antiepilettico». Insomma niente paura, anche se su questo argomento i medici si dividono ancora.

Per l’agricoltura è una nuova opportunità
Una cosa è certa: il business della canapa vola. Le imprese agricole investono capitali rilevanti. Tanto che si è passati dai 130 ettari coltivati a canapa nel 2003 ai quasi 4 mila stimati per il 2018. Anche perché i costi vanno dai 60 ai 4/500 euro al kg per le infiorescenze, mentre la cannabis light (che viene venduta a grammi) può andare dagli 8/9 euro fino ai 20/30, a seconda della qualità e della percentuale di Cbd. La clientela? Non solo giovani, come si potrebbe immaginare: «In realtà sono più over 40 e 50, perché molti ragazzi cercano ancora lo sballo e in questi prodotti non possono trovarlo», ci dice Stefano Cimini di Soulweed di via Alessandria, che oltre alle infiorescenze “semplici” vende anche oli e prodotti per il corpo fatti con la cannabis. Le reazioni però non sono sempre positive: «All’inizio le persone più anziane hanno avanzato delle perplessità, ma con il tempo hanno capito di cosa si tratta realmente», afferma Stefano. «C’è chi ha detto, nei primi giorni di apertura, “ecco, ci mancava il negozio per i drogati”, ma la diffidenza è durata poco, ora sanno che sono prodotti perfettamente legali. E poi siamo molto controllati dalla legge», ripete invece Dario. La diffidenza però esiste, anche perché alcuni prodotti (pochi e ben selezionati) possono essere acquistati anche dai minorenni.

Ma ai minorenni solo caramelle aromatiche
«Abbiamo caramelle che hanno solo il gusto di cannabis, ma si tratta di un dolcificante, nulla di più. E ai minori si può vendere solo quelle. Per tutti gli altri prodotti serve un documento d’identità. Ma c’è stato un caso in cui un ragazzo delle medie ha comprato un lecca-lecca, e poi ci siamo visti piombare qui un comitato di mamme che ha voluto denunciare il fatto. Noi però abbiamo presentato tutta la documentazione a loro e alla scuola del ragazzo per far capire che non c’era nulla di illegale o di pericoloso». Però basta fare un giro per il quartiere Africano per capire che il tema cannabis light divide. «Mi piace il sapore e mi rilassa, ma non la uso per sballarmi, anzi», ci dice Lorenzo, 35 anni, cameriere, mentre la 28enne tabaccaia Federica ammette: «Non la proverei mai, ma so che è legale, quindi non c’è nulla di male».

Tanti dubbi, ma poca conoscenza della materia
Ma più aumenta l’età e più si percepisce la diffidenza. «Dove andremo a finire? Ai miei tempi era illegale vendere certa roba», sbotta il signor Mario, 82 anni, mentre la moglie conferma: «Non dovrebbero permettere di vendere certi prodotti, possono arrivare anche ai nostri nipoti». Insomma un tema che fa discutere e che fa emergere tanti dubbi e poca conoscenza della materia. Ma i tempi cambiano e a dominare sono sempre le leggi di mercato.

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