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Iscrizioni alle scuole superiori, i due volti dei licei del quartiere
di Emiliano MagistriOltre 100 studenti mandati via, tra lo scorso anno scolastico e quello in corso, e difficoltà logistiche ormai conclamate che rendono ingestibili le richieste di nuove iscrizioni. È questa la situazione con cui convive il liceo scientifico Avogadro che, insieme al classico Giulio Cesare, rappresenta l’istituto simbolo del Trieste-Salario.
Stefania Senni, dirigente scolastico del liceo di via Brenta, nei fatti conferma i dati pubblicati dal Miur nei giorni scorsi, secondo cui a Roma e nel Lazio si sarebbe registrato un boom di richieste di iscrizioni per i due indirizzi tradizionali: il classico e, appunto, lo scientifico: “Il surplus di iscrizioni è una condizione con cui conviviamo da anni – spiega -. La tendenza diffusa nello scegliere lo scientifico è frutto delle prospettive che, questo indirizzo, offre dopo la maturità: chi esce da un liceo come questo ha la possibilità di scegliere qualsiasi specializzazione”.
Tuttavia, il surplus di richieste va comunque distinto: “Le domande maggiori le abbiamo per la sede di via Cirenaica (la succursale, ndr) perché, per la zona dell’Africano, si tratta dell’unico istituto di riferimento, se non ci si vuole spostare in altri quartieri confinanti. È un territorio abitato da famiglie più giovani, quindi con un numero di ragazzi maggiore rispetto a Coppedè. Ma non basta”. La preside spiega che, come lo scorso anno, “anche quest’anno siamo stati costretti a smistare oltre 50 ragazzi in altri istituti del quartiere o di zone limitrofe, dal Plinio alla Montessori, passando per l’Archimede e il Nomentano“.
Questa costante emergenza, però, ha una spiegazione ben precisa. Almeno secondo Stefania Senni: “Abbiamo bisogno di un’altra sede. Quelle di via Brenta e via Cirenaica non bastano a soddisfare le richieste che ci arrivano ogni anno. Da tempo ho chiesto all’Ufficio scolastico regionale, alla Città Metropolitana di Roma Capitale e alla Regione Lazio di attivarsi per individuare un terzo distaccamento, ma non ho mai ottenuto riscontri. È davvero un peccato perché ogni anno potremmo formare almeno quattro classi in più e invece dobbiamo mandare i ragazzi in altre scuole”.
Eppure, fino a pochi mesi fa, l’Avogadro si appoggiava anche in alcune aule nella sede della Settembrini di via Novara: “Non succede più – spiega la preside – anche perché quella struttura è destinata alle medie che, con forza, reclamano l’intero piano terra che, per un anno, ci è stato concesso. Bisogna capire che è impossibile poter fare una programmazione seria ragionando su una sede che viene data in affidamento provvisorio solo per un anno. E in ogni caso, via Novara è vicina a via Brenta e non è quella la zona del territorio dove abbiamo le richieste maggiori. Una sede in più serve in zona Africano, altrimenti è inutile”.
Diametralmente opposta la situazione in cui versano i due istituti a indirizzo umanistico del quartiere, il Giulio Cesare e il Giosuè Carducci. La dirigente scolastica di corso Trieste, Paola Senesi, reggente anche di quello che, originariamente, nasce come istituto magistrale, spiega che “al Giulio Cesare si è registrato già dal 2018 un incremento di iscrizioni ad anno scolastico in corso, cosa che poi è stata confermata anche a febbraio. Parliamo di poche decine di studenti, tuttavia, che non hanno comportato stravolgimenti negli assetti generali. Per quanto riguarda il Carducci, invece, da anni viviamo una condizione di stabilità nel numero di richieste, fatto che ci ha permesso di non dover respingere nessuno“.
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