Trieste-Salario | Articoli

I dog sitter che promuovono i parchi del quartiere

di Sara Catalini

«Preferisco evitare le aree cani del quartiere, in genere sono una più sporca dell’altra. Se qualche volta le frequento è solo per questioni di necessità», racconta Giulia, dog sitter e addestratrice cinofila. Non è l’unica del suo settore a lamentare l’incuria in cui versano le zone dedicate allo svago degli amici a quattro zampe nel Trieste-Salario. Molti di loro lamentano sporcizia, inciviltà da parte di altri proprietari arroganti, assenza di decoro e servizi inadeguati alle necessità dei compagni pelosi. Queste sono le motivazioni che spingono lontano dalle aree-cani di zona molti dog sitter, in cerca del meglio per i loro “figli acquisiti”, come li definisce Sara, un’altra dei dog sitter intervistati.
Non mancano però piccole isole felici, zone franche spesso autogestite, in cui si incontrano padroni e dog sitter in cerca di tranquillità e confronto tra amanti di cani e tra i cani stessi. Fare dog sitting nel Trieste-Salario è infatti prima di tutto un’esperienza umana, e poi un servizio: «Qui ci conosciamo tutti e le persone si ritrovano anche portando a spasso il cane. Al parco ho rivisto tanti amici che non incontravo da tempo», spiega la dog sitter Giorgia.
Le passeggiate sono quindi un momento di condivisione con “colleghi”, conoscenti o amici che frequentano la zona. Sono anche l’occasione per instaurare con il cane un rapporto emotivo duraturo, che esuli dal mero “servizio sociale”: «È come fosse il mio cane, non riesco a fare distinzioni di proprietà. Siamo molto vicini fra noi», dice Alessandra parlando del bulldog francese Bullo di cui si occupa. Anche per questo infatti molti scelgono di dedicarsi a un solo cane alla volta, per mettere al primo posto la continuità e la qualità delle ore trascorse insieme e non disperdere energie.
Romah24 ha raccolto le storie di sei giovani donne dog sitter e dei loro “clienti speciali”.

Un’isola felice al Casino dei Principi
Chiara B. da due settimane si occupa di Poldo, un meticcio bianco e nero di circa tre anni e mezzo, che lei stessa aveva proposto in adozione all’attuale proprietario: «Poldo viveva nel canile della Sermoneta, era in sovrappeso e per nulla abituato al contatto con tante persone. Ora sta bene ed è anche dimagrito tra una passeggiata e l’altra a Villa Torlonia. È un cane pauroso, si spaventa facilmente se passiamo vicino a chi fa jogging nelle stradine troppo strette. Ci muoviamo sia tra le vie sterrate che portano alla Casina delle civette e altri luoghi di interesse culturale, che nelle aree verdi». Chiara ha scoperto un piccolo angolo di paradiso all’interno del parco, dove si danno appuntamento soprattutto cani di taglia piccola come Poldo: «Ho trovato diverse aree dove i cani si mescolano in base alla stazza. Vicino al Casino dei Principi ci sono spesso una ventina di cagnetti che giocano allegramente tra loro. È un posto felice».

Villa Leopardi preferita da Esa e Aysha
Sara fa la dogsitter da 15 anni e di certo non le mancano esperienza e passione: «Sono figli acquisiti per me, più che un impegno è un piacere trascorrere il tempo con loro». Preferisce occuparsi di un cane alla volta e in genere, vista la sua corporatura minuta, cerca di selezionare quelli più gestibili: «Non faccio distinzione in base alle razze o alle dimensioni, l’importante è che siano cuccioloni educati». Il suo compagno di uscite a Villa Leopardi è Esa, detto Nano da amici e padroni, forse proprio per sdrammatizzare sul suo aspetto imponente. Si tratta infatti di un alano incrociato con un amstaff e ha sei anni. Sara si occupa di lui nei fine settimana. «Nano è un “cavallo” di 60 chili e pura dolcezza. Usciamo insieme il sabato e la domenica, visto che la sua dogsitter abituale nei weekend non è disponibile. Preferisco non portarlo insieme ad altri cani, perché a volte è complicato farli andare d’accordo».
Ma non c’è solo Esa nel cuore di Sara: «Mi occupo anche di una cagnolona meticcia incrociata con un pastore tedesco. Sasha ha 16 anni e vive a via Taro. Andiamo sempre a Villa Ada, perché ha assoluto bisogno di camminare per fare esercizio e non infiacchirsi, data l’età avanzata. Mi trovo benissimo lì, i proprietari che incontro sono persone tranquille e i loro cani, di conseguenza, sono socialmente sereni».
Chiara S. vive vicino Villa Torlonia, e ha iniziato ad agosto a offrire il suo servizio di pensione e dogsitting: «Mi dedico da anni a Jago, un bulldog francese irrefrenabile». Anche Chiara, come altre dogsitter preferisce occuparsi di un cane alla volta, imparando a conoscerli molto bene nel tempo: «Jago è molto socievole, è attratto dagli altri cani così tanto che quando siamo a Villa Leopardi e li incontra non mi presta più attenzione».
Chiara è soddisfatta della zona riservata che frequenta con Jago, sostiene che il decoro dell’area sia merito del comitato di quartiere Amici di Villa Leopardi: «Quando i residenti intervengono in prima persona su un’area comune, si notano un’attenzione e una cura particolare per gli spazi dove vivono ogni giorno i loro cani. Hanno fatto la differenza».

Dalla Muratella a Villa Ada
Giulia è addestratrice cinofila e saltuariamente dogsitter: «Sono cinque anni che mi occupo di cani. Faccio poco dog sitting, mi prendo cura solo di India, una meticcia che porto a spasso durante l’estate da un anno. Ha sei anni e viene dal canile della Muratella, noi siamo sempre a Villa Chigi e Villa Ada. Sono belle aree verdi rispetto alle zone del quartiere riservate ai cani, che lasciano decisamente a desiderare».
Alessandra esce con Bullo da quando ha due mesi, il bulldog francese di due anni del Nuovo Salario che preferisce il Trieste-Salario: «Lo porto spesso nell’area cani di via Mascagni e soprattutto a Villa Chigi, che è ben curata. Vivo da anni nel quartiere e dovendo trascorrere quattro ore insieme abbiamo modo di muoverci e girare molto. Lui è morbosamente attaccato a me, non esce se non ci sono io e di conseguenza a me lui manca quando non ci vediamo».
Giorgia è dog sitter da un anno e mezzo: «Mi occupo sia di dog sitting che di pensione a domicilio. Porto a spasso Leyla, una golden retriever di due anni con cui passeggio a Villa Paganini la mattina presto prima di andare in ufficio. Non ho molte alternative, ho scelto quell’area verde solo per questioni di vicinanza. Ma sono di gran lunga meglio i grandi parchi».
A conti fatti Villa Ada, Villa Torlonia e Villa Chigi vengono promosse tra le scelte delle dog sitter. Il comun denominatore nelle opinioni di chi offre questi servizi ai padroni del Trieste-Salario, è quello di evitare le aree cani degradate, preferendo al loro posto i grandi parchi pubblici, più spaziosi e gradevoli.

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