Trieste-Salario

Il nuovo Macro, dove si potrà ammirare l’arte che prende forma

di Antonio Tiso

Da ottobre il Macro di via Nizza cambia pelle: la prima modifica riguarderà il nome, si chiamerà Macro Asilo. Giorgio De Finis, il nuovo direttore, intende proporre un museo reale, ospitale, in grado di produrre le opere e non solo di mostrarle. Da qui il nome. Il museo di Via Nizza vuole diventare il punto d’incontro tra gli artisti e la città, tra l’arte contemporanea e la società.  Non si pagherà il biglietto e lo stare nel museo si sostituirà alla visita. Il progetto Macro Asilo partirà il 1° ottobre 2018 e avrà la durata di 15 mesi. Il museo del quartiere Salario diverrà il punto d’incontro tra gli artisti e la città, tra l’arte contemporanea e la società.

De Finis, artista, antropologo, documentarista e curatore, ha ricevuto dal vice sindaco e assessore alla Cultura Luca Bergamo un incarico valido per due anni. È stato presentato alla stampa a fine dicembre 2017 e da allora sta lavorando alla trasformazione del Macro da istituzione museale a “luogo dell’estetica relazionale”. Ma cosa significa in concreto? Lo chiediamo a De Finis.

Chiunque potrà vedere l’artista al lavoro
«In tutti gli ambienti si svolgeranno le attività. Saranno creati quattro atelier per artisti che lavoreranno all’interno di box di cristallo per una settimana a testa e il loro lavoro sarà dunque visibile al pubblico. Sarà importante poter seguire il gesto, la fatica della creazione, seguirne l’azione, a volte la noia, la tecnica ma soprattutto l’opera mentre nasce. Ci interessa seguire gli artisti che sono vivi. Ci sarà poco da contemplare, ma molto da discutere».

Per 15 mesi il museo non ospiterà mostre
«Questo spazio sarà una sorta di bolla, sottratta al tradizionale sistema dell’arte, con le gallerie, la finanza, i curatori, le mostre, i musei. Non faremo mostre. Voglio provare a raccontare un territorio, quello romano, dove gli artisti che operano sono migliaia. È un lavoro per la città e vorrei che città potesse far tesoro di tutte le cose magnifiche che queste “anomalie” che sono gli artisti possono insegnarci».

La selezione degli artisti tramite autocandidatura
«Gli artisti verranno dall’Italia e dall’estero. Ma lo zoccolo duro saranno gli artisti romani. Conto molto su di loro e li invito a fare di questo luogo una casa dove potersi incontrare, dove raccontare il loro lavoro ma anche sapere ascoltare cosa fanno gli altri».

Il progetto del Macro Asilo sembra ispirarsi all’esperienza del Maam, il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz. All’ex mattatoio della Fiorucci, al civico 913 di via Prenestina, dove un tempo entravano maiali e uscivano salami, dal 2009 vivono abusivamente 200 persone. Un’occupazione, un miscuglio di genti, che man mano è diventata l’anima di un via vai fatto di street artist, di opere e performance. Un laboratorio di esperienze artistiche, di vita e di lotta per la casa.

De Finis è stato l’ideatore del laboratorio Maam
«È vero, la mia idea del Macro nasce soprattutto dall’esperienza del Maam: io non credo nei format, sono la morte di ogni bella idea e bella pratica. L’idea che seguiamo è di saperci sempre trasformare e inventare. Il Maam ci ha insegnato che gli artisti possono collaborare tra loro, creando un rapporto nuovo tra arte e cittadini, generando una dimensione di coralità, nello spirito con cui le maestranze nel Medioevo lavoravano tutte insieme alla costruzione del grande edificio comune, la cattedrale. Si tratta di un progetto che metta assieme la città e faccia capire quanta vitalità può produrre nonostante le difficoltà o anche in ragione delle difficoltà».

Spazi per altre attività collegate all’arte
«La Stanza delle parole funzionerà come un’aula universitaria. Qui avvieremo una riflessione corale a partire da una serie di parole chiave, in modo da costruire un vocabolario del contemporaneo, redatto nello spirito del Luther Blisset Project e di Wu Ming. Tra gli obiettivi di Macro Asilo c’è anche l’auto-mappatura dei luoghi dedicati all’arte contemporanea della Capitale, una grande stanza allestita come una sala-controllo per monitorare e connettere le iniziative presenti in città, e quelle più significative degli ultimi decenni. Poi rassegne di video arte quotidiana, cicli di lectiones magistrales. Parte dei quadri che compongono l’attuale collezione del Macro sarà allestita sotto forma di mosaico. La Stanza della lettura ospiterà la presentazione di libri. Collane di libri, un periodico, una web radio e una web tv documenteranno via via le attività svolte».

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