Trieste-Salario | Articoli

Droga, il mercato che arriva dagli altri quartieri

di Daniela Mogavero

Droga sempre più a buon mercato. Nel Trieste-Salario procurarsi la “roba” non è difficile, anche se le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico non hanno sede nel quartiere. Dosi tagliate e pensate anche per chi non ha molta disponibilità o tarate sulla “paghetta” settimanale. Stili di spaccio sempre più diversi: 2.0, tradizionali, a domicilio, nelle piazze più note o in luoghi improvvisati. La regina del mercato è la cocaina, affiancata dalla sempre a buon mercato cannabis. Ma torna in auge anche l’eroina, a costi decisamente più bassi, non più endovena, ma da sniffare o fumare e poi le droghe sintetiche, sempre di più, sempre più performanti, sempre più difficili da tracciare. È questo il panorama della capitale ma che, in definitiva, accomuna l’Italia e anche buona parte dell’Europa. E che vede ai margini del quartiere Trieste-Salario punti di smercio e vendita attivi a qualsiasi ora del giorno. Si tratta principalmente del Tufello, di San Basilio, di San Lorenzo, delle due vie che fiancheggiano la stazione Termini, via Giolitti e via Marsala. Oltre ai pusher che si appostano su appuntamento nei parchi o nella zona di piazza Bologna. E c’è anche chi, per lo più adulti, consumatori del weekend e professionisti, per acquistare va fino a Roma Sud, a Tor Pignattara, a Tor Bella Monaca e al Casilino.

Tufello, San Basilio e San Lorenzo
«Le piazze più attive» nella zona che confina con il II Municipio «sono sicuramente Montesacro, in particolare il Tufello, e San Lorenzo», spiega Mariangela Sciancalepore, commissario capo della polizia di Stato, squadra mobile, sezione narcotici. Secondo i dati forniti dalla polizia, da gennaio a giugno di quest’anno sono stati eseguiti 677 arresti per spaccio di stupefacenti su Roma, di cui 112 da parte della sezione Falchi della sesta sezione della squadra mobile “Contrasto al crimine diffuso”. Di questi, 13 sono stati effettuati a San Basilio, 23 a San Lorenzo, sette al Tufello, sei nella zona di Porta Pia e tre nell’area di piazza Vescovio.  Tra gli arrestati si contano 282 stranieri, in maggioranza provenienti da Nigeria,  Gambia, Romania, Tunisia, Albania e Marocco. Ma la stragrande maggioranza dei fermati è di nazionalità italiana e ci sono anche dei minorenni.  Spacciatori under 18 attivi tra i “venditori” della zona. Si tratta di casi isolati, ma registrati, come quello di un ragazzo di 15 anni arrestato sulla sua minicar dal commissariato Trevi mentre trasportava 72 dosi di cocaina.

Le piazze, ma anche consegna a domicilio
«Dove è più difficile gestire delle vere piazze di spaccio, che sono solitamente più strutturate, con una ripartizione dei ruoli precisa e la vendita rivolta chi si reca nella piazza, è frequente che si instauri il sistema della consegna a domicilio – spiega ancora Mariangela Sciancalepore – infatti, in aree che sono più sorvegliate, è il singolo spacciatore che in “proprio” si dedica alla vendita di singole dosi a clienti già conosciuti, tramite uno scambio di sms per indicare l’orario di consegna». Un metodo che espone meno l’acquirente e evita lo spostamento verso luoghi lontani da casa, dal quartiere o che ritiene pericolosi da frequentare.

Le nuove tecnologie
Le nuove tecnologie sono molto utilizzate per l’organizzazione di punti di incontro per lo scambio di dosi. E viene adoperata anche la messaggistica dei giochi disponibili su smartphone o gli ormai noti Whatsapp e Telegram, attraverso lo scambio criptato di messaggi. Nelle piazze tradizionali, invece, i segnali per identificare la presenza di un pusher o la disponibilità di droga cambiano di continuo. Si va dallo sparo di un numero ben preciso di mortaretti o petardi, ai segnali stradali opportunamente modificati, da una luce accesa in appartamento alle scarpe appese ai cavi sulla strada, da un cortile abbandonato con un’auto accesa a fari spenti a una sedia posizionata sotto un lampione.

Le sostanze più diffuse
Secondo il report dell’Agenzia europea sulle droghe e le tossicodipendenze, l’Italia è il terzo Paese nell’Unione europea per consumo di cannabis e il quarto per uso di cocaina. Un dato che si rispecchia anche nel mercato delle droghe e dello spaccio, dove queste due sostanze sono le “regine” incontrastate, anche per l’aumento di disponibilità e l’abbassamento dei costi. A Roma un grammo di erba costa circa 13-15 euro, ma si trova spesso una dose a buon mercato o commisurata alla disponibilità economica, c’è anche chi paga in ticket restaurant. Ultimamente si registra una richiesta crescente di “amnesia”, una varietà di marijuana con un Thc (il principio attivo della cannabis) più elevato. Crescente è l’uso di sostanze sintetiche come l’Ice shabu (metanfetamina), la Crystal crank (cristalli di metanfetamina), la Ketamina, il Mefedrone e vari tipi di Catinoni sintetici. «Si tratta di centinaia di droghe sconosciute raggruppate per lo più nei derivati dell’anfetamina, prodotti in laboratori locali o importante», sottolinea Onofrio Casciani, responsabile del Centro osservazione e diagnosi dipendenze patologiche dell’Asl Roma 1. Ma quello che più preoccupa gli operatori che gestiscono i centri per la cura delle dipendenze è il ritorno dell’eroina, passata da droga dei ricchi a droga per tutti, con prezzi intorno ai 20-30 euro per una dose di un grammo e 5 euro per una mini dose da 0,1. Come la cocaina, che grazie all’aumento della produzione in America Latina, può costare anche meno di 20 euro a dose: ovviamente tutto dipende dalla purezza. Nel 2009 il prezzo di questa sostanza era di 90 euro al grammo, un crollo che va di pari passo con la sua diffusione, anche tra i giovanissimi, che spesso la provano insieme alla cannabis.

Arresti in flagranza e indagini
«Attualmente la squadra mobile si sta muovendo su due fronti per contrastare il fenomeno – aggiunge il commissario Sciancalepore – uno è quello relativo agli arresti in flagranza nelle zone più colpite dallo spaccio e l’altro è quello realizzato attraverso attività di indagini più complesse che cercano di smantellare intere piazze di spaccio colpendo anche i fornitori allo scopo di evitare che, colpendo un solo pusher, la piazza possa continuare a esistere grazie all’immediato reclutamento di nuovi spacciatori».

I dati del Serd
Nel 2017 i servizi pubblici per la cura delle dipendenze (Serd) della Regione Lazio e il privato sociale della stessa area avevano in carico 12.977 pazienti , la stragrande maggioranza uomini tra i 40 e i 49 anni. Questi i dati del Rapporto dipendenze relativo allo scorso anno. Un report in cui emerge anche un dato preoccupante per quanto riguarda i giovani: in cura sono 379 sotto i 20 anni e 1.907  tra i 20 e i 29 anni. Le droghe principali sono oppiacei, cocaina e eroina, «ma negli ultimi anni si registra un aumento del consumo di cocaina associata all’alcol – spiega Carla Caliendo, responsabile del Serd di via dei Frentani che gestisce le zone di San Lorenzo, piazza Bologna, viale Libia, Parioli e Flaminio – nel 2017 nella nostra struttura abbiamo avuto 68 nuovi utenti, di cui quattro cocainomani puri, 30 alcolisti, sette per eroina e altri per politossicodipendenza». Si tratta principalmente «di diplomati, laureati, professionisti, studenti fuori sede, ricercatori ma arrivano anche giovanissimi che accedono per la cannabis e poi si scopre che hanno provato anche la cocaina». Sono perlopiù ragazzi che vengono portati dalle famiglie e il lavoro in questo caso passa da una lunga fase di conoscenza del soggetto e poi di assistenza psicologica. Un dato allarmante che gli operatori del Serd segnalano è «l’aumento delle psicopatologie anche in ragazzi giovani, una diffusione che crea problemi sociali e familiari», aggiunge Caliendo evidenziando un quadro che le droghe non fanno altro che acuire.

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