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Dopo 19 anni, l’ex cinema Apollo è stato venduto

di Daniela Mogavero

Era chiuso dall’anno 2000 e al suo interno non era cambiato praticamente nulla. Le sedie in velluto rosso, il palcoscenico, l’impianto di proiezione e i camerini per gli attori – lo spazio poteva essere utilizzato anche come teatro. Il 20 marzo, dopo 19 anni, l’ex cinema Apollo, in pieno quartiere Africano, è stato venduto all’asta per 845 mila euro, poco sopra gli 843.750 euro che erano stati stabiliti come base dopo due aste andate deserte. Del nuovo proprietario, però, ancora non si sa ancora nulla e lo studio legale che si è occupato della compravendita mantiene il più stretto riserbo.

La sala cinematografica, nota anche come cinema Africa e cinema Vip, era stata progettata negli anni Cinquanta da Riccardo Morandi, lo stesso che ha realizzato anche il Giulio Cesare in Prati e l’Augustus di corso Vittorio. Con i suoi 1.868,78 metri quadrati il cinema era stato messo all’asta la prima volta a luglio del 2018 con un valore di due milioni di euro e un’offerta minima di 1,5 milioni. Un’asta andata deserta. Stesso destino per la vendita di novembre, con valore d’asta 1,5 milioni e offerta minima 1,250 milioni. Il 20 marzo, invece, la conclusione è stata diversa, ma a un valore nettamente inferiore rispetto alle stime di realizzazione iniziali.

Il cinema Apollo, infatti, doveva essere uno dei fiori all’occhiello della procedura fallimentare che ha coinvolto la Clemi Cinematografica Srl di Giovanni Di Clemente, il produttore scomparso l’anno scorso, che aveva tentato di riconvertirlo in multisala all’inizio degli anni Duemila e che aveva ipotizzato anche nel 2008 un rilancio con un progetto di riqualificazione che avrebbe trasformato il grande trapezio in un immobile di cinque piani (il primo dei quali non completamente interrato) con una grande libreria multimediale, un wellness center e un ristorante, tutto attrezzato con un parcheggio.

Adesso i principali dubbi sono per il futuro: come verrà trasformato lo spazio che si trova incastonato tra due edifici residenziali? Secondo il Piano regolatore generale di Roma, il proprietario ha la possibilità di trasformare il 30 per cento dell’immobile in superficie destinata ad attività commerciali. Il 50 per cento è vincolato a un riutilizzo per attività culturali, mentre per il restante 20 il Piano regolatore di Roma non è molto chiaro. Secondo la perizia realizzata dai tecnici prima dell’asta, il cinema è «in stato di degrado ed abbandono», «con parti fatiscenti, con impianti non più a norma, interamente da ristrutturare». Completata, però, la riqualificazione, sempre secondo i periti il valore del cinema salirà a 4,6 milioni di euro, un bel bottino con un investimento di poco meno di 850 mila euro.

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