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Baby gang, arresti e prevenzione. Alleanza tra carabinieri e genitori

di Daniela Mogavero

Baby gang e bullismo con violenze: un’emergenza che aveva fatto tremare un intero quartiere.
Soprattutto i giovani e giovanissimi che la sera si incontrano per una chiacchierata con i compagni di scuola e gli amici della loro età tra piazza Annibalianopiazza Mincio. Da fine marzo, però, la situazione sembra essere tornata sotto controllo. Nessun nuovo episodio di grave entità come quelli registrati nei mesi scorsi: ragazzi in giro come piccoli branchi per terrorizzare i coetanei, per racimolare pochi euro o un cappellino firmato.

A dirlo non sono soltanto le forze dell’ordine, che hanno rafforzato la presenza sul quartiere e intensificato gli incontri di prevenzione, come ha confermato il capitano Alessandro De Venezia, comandante della compagnia Roma Parioli a RomaH24, ma anche i genitori e i presidi degli istituti del quartiere, Giulio Cesare e Avogadro in primis.

“Dopo i fatti di febbraio-marzo non ci sono stati più casi di quella portata anche se qualche altra situazione critica si è verificata ed è stata gestita nell’immediatezza – ha spiegato il capitano – Sono stati effettuati quattro arresti, tre su cittadini minorenniuno, quello di piazzale delle Muse su un maggiorenne. I responsabili sono originari quasi unicamente dello stesso quartiere Trieste-Salario, mentre uno è del Tufello. Per questo abbiamo aumentato i controlli nelle zone interessate sia con personale in abiti borghesi che con auto con le insegne dell’Arma. Inoltre – ha proseguito De Venezia – dal punto di vista della prevenzione e del rapporto con la popolazione, nell’ambito di iniziative che l’Arma dei carabinieri intrattiene sui temi della legalità si è voluto fare un approfondimento sugli argomenti connessi al fenomeno del bullismo registrati nel territorio, e sul cyberbullismo”.

Venerdì scorso, infatti, il comandante della Compagnia Roma Parioli è intervenuto al liceo Giulio Cesare davanti a oltre 600 studenti: “Un incontro interattivo, una piccola lezione in cui i ragazzi hanno fatto domande su bullismo e cyberbullismo, quest’ultimo spesso sottovalutato per disinformazione o perché si pensa di non poter essere collegati alle frasi diffamatorie o ai video”. Per continuare il contrasto di fenomeni come le baby gang e il bullismo, però, serve ancora uno step, sottolinea il capitano De Venezia, “I genitori devono collaborare per il contrasto del fenomeno, per tutelare il figlio, denunciando i fatti”.

Una posizione condivisa dalla preside del Liceo classico Giulio Cesare, Paola Senesi. “Nelle ultime settimane i ragazzi non ci hanno riportato altre notizie di episodi di bullismo, non c’è allarme tra gli studenti, ma questo non toglie che i ragazzi debbano essere informati”. Proprio per questo il liceo e i carabinieri avevano già organizzato un incontro su bullismo e sul cyberbullismo che si è tenuto il 3 maggio e che “ha riscosso molto interesse, perché i reati di cui si parla sono deprecabili e i giovani devono capire come riconoscerli”, ha aggiunto la preside. Il rischio più grande, infatti, è che “i giovani non si rendano conto della gravità di ciò che accade, in particolare del cyberbullismo perché è una minaccia più sottile. Prevenire e formare non è semplice, ci deve essere un contesto di riferimento, la famiglia, le forze dell’ordine e la società civile. Casi di cyberbullismo possono essere sottovalutati anche dai genitori e possono diffondersi senza controllo perché i social media non adottano le tutele necessarie – ha spiegato Senesi – I carabinieri, per questo motivo, hanno spiegato che non esiste impunità e che si arriva sempre alla verità e ai responsabili anche se il bullismo sui social sembra senza conseguenze”.

Per la presidente del consiglio di istituto del liceo scientifico Avogadro, Claudia Foti, “resta comunque lo shock per quanto avvenuto a marzo, per il fatto che ci siano dei giovanissimi che vogliono derubare i nostri figli soltanto per un cappellino di marca”. Anche Foti, però, sottolinea che “non c’è allarme e le forze dell’ordine hanno aumentato il presidio, sono attenti e presenti sul territorio, ci danno sicurezza e lavorano bene”.

Un caso, quello di marzo, “sgradevole” e “preoccupante”, secondo Enzo Rigoli, presidente del comitato genitori dello stesso Liceo. “In quei giorni si sono diffuse tante storie e tante voci diverse, che si trattasse della stessa baby gang che operava nel quartiere e che alcuni dei ragazzini fossero proprio del Trieste, appena 15enni, ma adesso a piazza Istria, piazza Annibaliano, il sabato sera non si percepisce allarme o paura. Ci aiutano le forze dell’ordine e anche la scuola è impegnata nella prevenzione del bullismo”.

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