Trieste-Salario | Articoli

Attività storiche, questa è la resistenza di chi offre la qualità

di Antonio Tiso

Sono un lustro per il quartiere. Parliamo delle attività storiche, i negozi della tradizione, quei posti che accendono la memoria perché la nostra famiglia li frequenta da generazioni. RomaH24 ha parlato con alcuni titolari, per capire come fanno a resistere, mentre intorno molti abbassano le serrande. Abbiamo scoperto alcuni fattori cardine: la qualità, il servizio, la capacità di adattarsi ai tempi che cambiano e la fatica.

Le trasformazioni
«Non siamo più semplicemente un negozio del Trieste Salario», spiega Claudio Arcioni, storico commerciante di piazza Crati. «Ci siamo trasformati da locale di quartiere ad attività che serve il Nord-Est della città con consegne fino a Prati e Montesacro. La nostra clientela richiede consigli e assistenza. Nel settore vini e champagne poi il cliente ha bisogno di essere informato. Il consumatore medio ha difficoltà a orientarsi tra le tante etichette. E poi facciamo confezioni personalizzate e questo è un altro nostro punto di forza».

Le tradizioni
Impossibile sostituire una pasticceria artigianale con un supermercato. Ne è convinta Cinzia Romoli, della omonima pasticceria: «Siamo artigiani che amano ancora il loro lavoro. Ci tramandiamo le tradizioni e il cliente percepisce l’anima. Qui c’è un calore che in una catena commerciale non esiste».

Vietato sbagliare
In via Tagliamento il forno Gentilini va avanti dal 1890. «I nostri punti di forza sono la qualità del prodotto e il servizio che offriamo», spiega Ettore, il titolare. «Per le piccole e medie attività è costoso servire prodotti al top. Molti non ce l’hanno fatta: basta che sbagli un mese e vai in difficoltà. Noi con grande fatica ci riusciamo. Abbiamo la tradizione dalla nostra e la gente ci premia per questo».

L’adattamento
Per Giulio Anticoli, presidente di Botteghe storiche di Roma, serve una capacità di stare al passo coi tempi: «Come diceva Charles Darwin non è la specie più forte a resistere ma quella che si adatta ai tempi che cambiano. Se non ti rinnovi e non fai ricerca di mercato chiudi. Poi ci sono ambiti dove questo è maggiormente richiesto. Statisticamente un negozio di abbigliamento, arredo per la casa o mobili devono adeguarsi alle esigenze del mercato, più di quanto non sia necessario per un ristorante o una pasticceria. In questo campo, se diventi un riferimento della zona e continui a offrire prodotti di qualità, non andrai mai in crisi. Magari ci potrà essere una piccola flessione, ma il millefoglie di Cavalletti, tanto per fare un esempio, resterà sempre unico. E poi serve un sano ricambio generazionale all’interno delle aziende: nell’80 per cento dei casi sono i conflitti familiari che portano alla chiusura delle attività».

I soldatini di piombo
Infine c’è l’artigiano dei soldatini, Lorenzo Antonini. La sua attività a via Lago di Lesina esiste dal 1984, vive di una clientela adulta e di spedizioni in Italia e all’estero. «Negli anni molti negozi storici di giocattoli hanno chiuso. I bambini oggi giocano tanto con l’elettronica, e poi c’è la concorrenza dei grandi magazzini o delle cartolerie che sono diventati bazar. lo ho poche spese e un know how di famiglia di 100 anni. Non esalto l’aspetto bellico, ma la ricostruzione storica in parata. Chi si rivolge a me è quasi sempre un collezionista».

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