Trieste-Salario | Articoli
Aspettando un autobus che non passa mai
di Federica CapatiFavorire l’uso di mezzi pubblici e incentivare i romani a lasciare la macchina a casa. Sono questi i risultati che il Campidoglio intende raggiungere con l’aumento del costo della sosta sulle strisce blu e con l’abolizione delle strisce bianche. Peccato però che nel Trieste-Salario alcune linee degli autobus non rispettino affatto gli intervalli di passaggio previsti dalla Carta dei servizi Atac. Un documento ufficiale – l’ultimo risale al 2013 – redatto dalla municipalizzata assieme alle maggiori associazioni di consumatori. La società di trasporti capitolina “stringe un patto con la città e i cittadini, dichiarando gli obiettivi di qualità e quantità dei servizi offerti dall’azienda”. Così c’è scritto nella introduzione della carta. A pagina 10, una tabella indica gli intervalli di passaggio degli autobus, con un tempo di attesa minimo e uno massimo, più quello medio. Non solo. I tempi variano a seconda della fascia oraria, della giornata feriale o festiva, e addirittura della stagione, estiva o invernale. È un documento molto preciso. Vuole essere uno strumento di verifica, per i cittadini, dei servizi erogati dall’Atac.
La nostra inchiesta
Carta dei servizi alla mano, un cronometro e un quaderno per prendere appunti. La redazione di RomaH24 ha individuato tre fermate e otto linee di autobus e ne ha monitorato il passaggio. L’88, il 38, l’83, l’80 express, il 63, il 92, l’89 e il 310. Le più utilizzate, quelle che attraversano il quartiere e arrivano alla stazione Termini, al centro, all’università la Sapienza, all’ospedale Umberto I. La Carta dei servizi le definisce “linee urbane ad alta frequenza”, che collegano “aree ad alto afflusso di persone”. Autobus che dovrebbero passare, come riportato dalla tabella, in media ogni nove minuti, al massimo ogni tredici minuti. Dovrebbero, appunto. Perché il dato che emerge dalla nostra inchiesta è disarmante.
Viale Libia – ore 8:57
Ore 8.57 del 18 luglio. Siamo alla prima fermata di viale Libia, subito dopo piazza Gondar. Passano un 38, un 80 express e un 83. Mentre per la linea express l’attesa media è di cinque minuti, come previsto dalla Carta dei servizi, gli autobus “ordinari” costringono ad attese estenuanti. Lo sanno bene i passeggeri del 38, che salgono sul mezzo alle 9.36. Dopo trentanove minuti, contro i tredici riportati dalla Carta. La maglia nera è senz’altro dell’83. Il primo appare alle 9.08. Il secondo, però, passa alle 10.22. Un’ora e quattordici minuti di attesa. E non è un episodio sporadico: «Siamo stanchi ed esasperati», racconta Elena Travis. È una ragazza che abita in zona. «Con questa linea ogni mattina è la stessa storia», giura.
Via di Novella – ore 10:45
Non va meglio alla fermata di via di Novella, a due passi da piazza Acilia. Alle 10.45 iniziamo a cronometrare il passaggio del 63, del 92 e del 310. Tutte e tre le linee sono da bocciare. Il 310 si fa aspettare non meno di venti minuti ogni volta, così come il 92, altro autobus che fa capolinea alla stazione Termini. Venti minuti, invece dei tredici, al massimo, contemplati dalla Carta. È curioso quanto accade con la linea 63. Dopo trenta minuti di attesa, alle 11.33 passano non uno, non due, ma ben tre autobus insieme. Tranne il primo, gli altri due sono, ovviamente, vuoti. E dopo il transito di mezzi insieme, il successivo 63 appare ben trentacinque minuti più tardi.
«Il 63 e l’83 sono gli autobus più odiati da noi passeggeri», dice Marcella Ledda, una habitué della fermata di via di Novella. «Il fatto che ne arrivino due o tre insieme e poi nessuno per mezz’ora, è assurdo. Negli ultimi anni, noto un peggioramento dei mezzi pubblici».
Corso Trieste – ore 12:45
Anche corso Trieste non vanta di certo linee puntuali. Quantomeno però ci sono diverse pensiline, dove i passeggeri possono aspettare seduti. È da bocciare l’88. La linea giunge alla fermata alle 12.48, e quindi solo tre minuti dopo l’inizio del cronometraggio, ma poi sparisce per trentasei minuti, ricomparendo alle 13.24. Va un po’ meglio con l’89, che in media si fa aspettare circa quindici minuti, sforando di soli due minuti il tempo massimo considerato dalla Carta.
Trasporto pubblico bocciato
Il risultato della nostra inchiesta rispecchia il dato che l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale ha espresso nel giugno 2018. Secondo il focus sul trasporto pubblico, il 60% dei romani intervistati si è detto insoddisfatto. E dall’analisi condotta dall’agenzia è emersa un’immagine molto preoccupante del trasporto pubblico a Roma, che risulta inadeguato e insufficiente a garantire la mobilità di 1.1 miliardi di passeggeri ogni anno. Se l’obiettivo è quello di incentivare i romani a lasciare a casa l’auto e favorire l’uso dei mezzi pubblici, il traguardo è ancora lontano dall’essere raggiunto.