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Addio Agostino, l’omaggio dei Trieste-Salario al “suo” pizzaiolo”
di Camilla Palladino
“L’amico di tutti”. Quante volte si dice e quante volte – tutto sommato – non sempre è vero. Stavolta invece lo è: ad Agostino Sechi volevano bene proprio tutti. Il pizzaiolo di corso Trieste 66 morto il 4 giugno ha lasciato dietro di sé una scia di dolore. Perché Ago, appunto, si faceva amare. In primis, per il suo carattere gentile e generoso. “Agostino non perdeva mai l’occasione di fare una battuta, di fermarsi a chiacchierare con i suoi clienti, o di regalare un po’ di pizza a chi non se la poteva permettere”. E’ questo il ritratto che fanno di lui tutte le persone che, da mercoledì, sfilano davanti all’attività di famiglia. Per portare un fiore, un saluto, un pensiero o una preghiera.
“Educato come pochi riescono ancora a essere”
“Mi piaceva perché era una persona bella ruspante – ricorda Umberto Elbaggi, ex commerciante e residente del Trieste-Salario, che da qualche anno passa le sue giornate sulla panchina di corso Trieste, proprio di fronte alla pizzeria al taglio – non apprezzo la gente con troppi fronzoli”.
“Dopo averlo conosciuto, poi, Agostino mi ha raccontato che lui già sapeva chi fossi. Infatti io ho un negozio a via Nomentana, e lui lo aveva nelle vicinanze, davanti a Villa Torlonia. Abbiamo respirato la stessa aria”, conclude Umberto.
“Io abito molto vicino alla pizzeria di Agostino, quindi lo conosco da sempre. Da quando ero ragazzo”, aggiunge Corrado Marinelli, residente del quartiere Trieste. E continua: “Era una persona meravigliosa, unica. Era educato e gentile come pochissima gente riesce ancora ad essere”.
E c’è chi lo ricorda, anche se indirettamente, tramite l’esperienza delle nuove generazioni. “I miei figli venivano quasi tutti i giorni a prendersi un pezzo di pizza da Agostino – racconta a RomaH24 Antonella Longo, che da anni vive nel quartiere – e lui spesso non gliela faceva neanche pagare. Questo dimostra una certa sensibilità”.
“Ogni parola sarebbe superflua”
Tra i volti abbattuti che si aggirano davanti alla pizzeria chiusa, la cui serranda è stata coperta di fiori, i più tristi sono i commercianti che, per anni, hanno condiviso con Agostino la quotidianità. “Ogni parola sarebbe superflua – spiega Luca Mancini, il proprietario della tabaccheria che si trova accanto alla pizzeria, trattenendo a stento la commozione – quello che dovevo dire, l’ho già detto alla famiglia. Avevamo un rapporto speciale, non c’è altro da aggiungere”. Anche il macellaio di corso Trieste, Fabrizio Fascioni, è molto toccato dalla scomparsa di Agostino: “La sua principale qualità era la generosità. Tutti i soldi che le persone stanno spendendo in fiori, lui li avrebbe donati volentieri in beneficenza. Ed è quello che io ho fatto”.
Occhi lucidi e voce tremante, Elisabetta Cenci, che lavora al bar di via Chiana accanto al mercato Trieste, ricorda Agostino come se fosse un padre. “Non potevi non amarlo – racconta Elisabetta a RomaH24 – era il papà di tutti e l’amico di tutti noi: un’istituzione del quartiere”.
Al mercato Trieste, i proprietari dei banchi conoscevano bene lo storico pizzaiolo del quartiere. In particolare Gelsomina Martini, che gestisce un banco di frutta e verdura, ricorda con piacere Agostino, che ogni mattina la aspettava al bar per pagarle il caffè. “Era gentile, spontaneo e buono. Lo conoscevo da quarant’anni”, è la descrizione di Gelsomina.
Un’altra venditrice di frutta e verdura, Stefania Piselli, di Agostino ricorda la passione per i fichi: “Quando era periodo, si comprava intere padelle di questi frutti”.
Si sono mostrati particolarmente commossi e addolorati, infine, i fiorai Augusto Mattogno e Maria Grazia Giordani che, insieme alle due proprietarie di un negozio di abbigliamento di corso Trieste, Patrizia Silvi e Angela Prettico, lanciano un messaggio direttamente al pizzaiolo: “Ti amiamo Ago, e ci manchi tanto”.