Trieste-Salario | Articoli

Il servizio oBike si espande nel II municipio: “Invaderemo Roma”

Sfatiamo il primo mito: Roma è adatta ad un mobilità sostenibile con le bici. In attesa che venga completata la ciclabile di via Nomentana, nodo cruciale per un nuovo sistema di viabilità su due ruote, le strade della capitale sono invase dalla marea gialla e grigia delle oBike, startup asiatica che in poco tempo ha allargato il concetto di bike sharing a tutta l’Europa.

Nei primi quattro mesi oBike è stata scelta da 20mila romani
Il servizio, partito il primo dicembre, ha incontrato immediatamente il gradimento dei romani: «In cinque mesi, grazie alle 4mila bici a disposizione, abbiamo effettuato 80mila corse, con picchi di 3800 giornaliere – ha spiegato a Romah24 Andrea Crociani, general manager di oBike Italia -. Ad oggi oltre 20mila romani hanno utilizzato il nostro servizio». Per chi ancora non lo conoscesse, il meccanismo ricalca quello già utilizzato dai car sharing presenti in città: si scarica la app ufficiale sul proprio smartphone e si individua su una mappa la bici a disposizione più vicina, che viene prenotata e poi sbloccata con un codice che arriva tramite sms. Il costo è di 50 centesimi per ogni 30 minuti di utilizzo.

Da Singapore al Trieste-Salario
La startup ha preso il via a Singapore a inizio 2017 per poi diffondersi nel sud-est asiatico, prima di sbarcare sei mesi in Europa dopo in Olanda. La corsa è proseguita con l’apertura della società in Italia e l’inaugurazione del servizio nella capitale nelle aree del I e II municipio, «ma le bici sono utilizzabili anche in zone del VII e dell’VIII – continua a spiegare Crociani -. Sulla nostra app sono specificate le porzioni di territorio, segnate in rosso, dove non è possibile lasciare parcheggiati i mezzi».

Furti e danni? Come il resto d’Europa
oBike ha trovato non solo l’apprezzamento degli utenti su due ruote, ma ha ricevuto risposte positive anche dal comune di Roma: «L’istituzione si è mostrata subito disponibile per le autorizzazioni e continuiamo a incontrarci per definire con precisione il regolamento di utilizzo. C’è piena collaborazione per definire le aree di posizionamento degli stalli». Per ora non è in programma un allargamento del servizio principalmente a causa della conformazione orografica della città. Uno dei dati emersi, che potrebbe sorprendere rispetto alla normale percezione, riguarda la statistica di furti e danneggiamenti: «I numeri sono assolutamente uguali a quelli del resto dei paesi europei – ha tenuto a sottolineare Crociani – non abbiamo riscontrato particolari difficoltà». I mezzi sono comunque dotati di un sistema antifurto azionabile a distanza e recentemente due ladri maldestri hanno terminato il loro tentativo a terra prima di venire arrestati.

Un terreno più fertile a Roma che a Milano

Il comune di Roma ha accettato positivamente l’introduzione del servizio, facilitando la diffusione grazie ad un politica di costi azzerata: «Quando abbiamo partecipato al bando per il bike sharing a Milano ci siamo sentiti chiedere 30 euro per ogni bici sul territorio – ha spiegato il manager -. Al contrario Roma non ci ha chiesto nulla e questo è un aspetto fondamentale per una società come la nostra che fonda i suoi proventi solo sulla rendita del nostro servizio». Tutto questo ha una ricaduta positiva ulteriore sul territorio: la nascita di nuovi posti di lavoro attraverso una joint venture che si occupa della manutenzione dei mezzi.

Sostieni RomaH24 Sostieni RomaH24
grazie