20 Luglio 2018 - 11:47 . Trieste-Salario . Cronaca

Rincaro strisce blu, la rabbia dei negozianti: “Lavoreremo per pagarci la sosta”

“Non è possibile che io venga a lavorare solo per pagarmi il parcheggio”. Pino Scilipoti è un parrucchiere di via Chiana. È sconcertato. I negozianti del quartiere lo sono tutti. La prossima riforma della sosta a Roma – addio abbonamenti e strisce bianche, rincaro di quelle blu (nel Trieste-Salario, da 1 a 1,5 euro l’ora) – costringerà molti commercianti a lasciare a casa la propria auto.

“Già regalo al Comune 70 euro al mese di abbonamento per il parcheggio – dice Pino – e questa novità mi sembra davvero un’esagerazione. Io sono di Colleverde, per venire qui ogni giorno dovrei prendere tre mezzi. Ed è inutile sottolineare l’inefficienza dei trasporti pubblici a Roma. Chi mi restituirebbe il tempo che sprecherei solo per venire a lavorare?”. Il figlio Fabrizio ascolta. E poi aggiunge: “Prima di disincentivare l’uso delle auto, dovrebbero migliorare i servizi di autobus e metro”.

È il pensiero di molti commercianti del Trieste-Salario. Anche di quelli che vivono nel quartiere, e quindi dispongono del tagliando che permette di parcheggiare liberamente nella zona. Dice Rosanna Gigliozzi, titolare dello storico “La Madia”: “Non dovrebbe essere consentito dalla legge, perché non è giusto. Soprattutto per i lavoratori che vengono da fuori. In questo quartiere i parcheggi gratuiti sono pochissimi, ci lasciassero almeno quelli”.

Si unisce al coro dei contrari anche Luca Mancini, proprietario di una tabaccheria che si trova su corso Trieste, all’altezza dell’incrocio con via Corsica: “Non parlo da commerciante (anche lui vive nel quartiere, ndr), ma da cittadino. Certo, per parcheggiare qui ho il tagliando. Ma appena mi sposto di pochi chilometri, pago anche io come tutti gli altri. E, sinceramente, un aumento simile dei prezzi mi sembra la solita manovra a scopo di lucro”.

C’è però anche chi dice sì. È Mario Torella, titolare di un’erboristeria che si trova tra piazza Istria e via di Santa Costanza. “Sono favorevole alla disincentivazione dell’uso della macchina. Io la mia l’ho proprio venduta, anche perché vivo e lavoro qui”, spiega a RomaH24. “È probabile – aggiunge – che un cambiamento del genere necessiti di tempo per essere accettato. Ma a volte bisogna capire che, per migliorare le cose, è impossibile non causare disagio a qualcuno. Soprattutto all’inizio”.

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