2 Settembre 2018 - 9:42 . Trieste-Salario
Rifiuti ingombranti, tutte le discariche estive del quartiere
Sei reti del letto, cinque materassi, tre frigoriferi e tre televisioni. Poi ancora tre lavatrici, due scaldabagni, svariate sedie, librerie, attrezzi da palestra, due vasche, un microonde. Perfino un grosso armadio in legno. Con tutto quello che si trova in strada nel Trieste-Salario si potrebbe arredare un appartamento intero. Tra luglio e agosto il quartiere si è letteralmente riempito di rifiuti ingombranti. Elettrodomestici, mobili, sanitari. Quadri, tavoli, serrature, credenze, televisioni. Ogni giorno facendo una passeggiata per il quartiere si trova un nuovo elemento da aggiungere a quella che ormai è diventata una casa a cielo aperto. O forse sarebbe meglio dire una discarica. Da Porta Pia a viale Somalia, da via Nomentana a via Salaria. Nessuna zona del Trieste-Salario si salva da questo strano fenomeno.
Via Tigrè, via Makallè, via Sirte, via Arrigo Boito, via Massaciuccoli. In ognuna di queste strade la redazione di RomaH24 ha trovato la rete di un letto. Il più delle volte accompagnata da un materasso. Come quello di via Salaria, che giace davanti ai cassonetti da più di due settimane. In via Mascagni, in via Reno e a piazza Ledro abbiamo trovato le tre lavatrici. In via Lucrino e a piazza Trasimeno c’erano i due scaldabagni. Come non ricordare poi la vasca di via Homs, le televisioni vintage di via di Sant’Agnese, piazza San Saturnino e via Panaro e l’armadio di via Lariana. Il primato per il rifiuto più strano va però a via Garigliano. Lì, il 6 agosto, la nostra redazione ha scovato una bambola di silicone.
Quella del 2018 è stata sicuramente un’estate all’insegna dei rifiuti ingombranti. Anche per questo motivo ieri – 31 agosto – i quattro presidenti dem dei Municipi, Alfonsi (I), Del Bello (II), Caudo (III), Ciaccheri (VIII), hanno indetto una conferenza stampa, per mettere a conoscenza i cittadini dello stato di emergenza rifiuti in cui versa la Capitale. Un’emergenza a cui – secondo i presidenti – Pinuccia Montanari, assessore all’ambiente capitolina, non sa far fronte e che è proprio il motivo che spinge i quattro a chiederne le dimissioni.