14 Febbraio 2019 - 10:04 . Trieste . Cronaca

Pino crollato a corso Trieste, l’esperto: “Ecco cosa bisogna fare adesso”

Pierfrancesco Malandrino
Pierfrancesco Malandrino

“In passato si era previsto di abbattere tutti i pini di corso Trieste, con il conseguente rifacimento del viale”. Lo svela a RomaH24 Pierfrancesco Malandrino, 60 anni, arboricoltore, un professionista che nella vita valuta, cura e gestisce il verde in città.

Pierfrancesco prova a dare una spiegazione al crollo dell’albero davanti al liceo Giulio Cesare: “Le proteste dei cittadini – prosegue – fermarono però l’intervento e furono quindi realizzate le aiuole odierne, con alti cigli in travertino aderenti alle piante. Per fare questo tipo di sistemazione furono sicuramente tagliate le radici“.

Cosa fare, ora, per permettere che un episodio del genere non ricapiti? “A questo punto serve una corretta gestione della situazione. Purtroppo non c’è un modo intuitivo per sapere quali alberi sono pericolosi perché a tutti i fusti di corso Trieste, in passato, sono state appunto tagliate le radici. Ora è necessario sollevare la ceppaia, vale a dire quanto rimasto dal pino che è andato giù il 9 febbraio. E poi fare un esame approfondito delle radici, verificando anche la presenza di patogeni fungini (i funghi che attaccano le piante per trarne nutrimento, provocando danni ai tessuti e alla crescita, ndr) e poi sulla base dei risultati bisognerà passare in rassegna in maniera approfondita tutti gli alberi di corso Trieste. Andranno poi eseguite le analisi strumentali, come la prova di trazione controllata, per valutarne la stabilità”.

Ma quale potrebbe essere l’extrema ratio di questa operazione di messa in sicurezza dell’area? “Se necessario – conclude Malandrino -, andranno prese anche decisioni drastiche, come la risistemazione dell’intero viale alberato”.