2 Marzo 2019 - 8:40 . Trieste-Salario . Curiosità

È il giorno del derby, per chi tifano gli studenti di Giulio Cesare e Avogadro

Per chi ama il calcio quella di oggi è una delle (due) date che, ogni anno, vengono segnate sul calendario. Il giorno in cui, più degli altri, per 90 minuti tutto il resto si annulla. Passa in secondo piano. 5.400 secondi rispetto a cui ogni cosa viene dopo. Oggi è il giorno del derby. Alle 20:30, allo stadio Olimpico, Lazio e Roma si contenderanno il predominio cittadino.

Nel quartiere la febbre è già altissima tra i tifosi di tutte le età. Anche, se non soprattutto, tra gli studenti dei due istituti simbolo: il Giulio Cesare e l’Avogadro. E ognuno di loro ha il proprio modo per prepararsi alla partita più attesa del campionato.

C’è chi inizia dal giorno prima a organizzarsi con gli amici per trovare un locale della zona che consenta di vedere la partita trasmessa su Dazn, la piattaforma di streaming che trasmetterà il match e per la quale molti tifosi non hanno sottoscritto l’abbonamento. È il caso di Valerio, Pietro e Alessandro, tre compagni di classe che frequentano l’istituto di via Brenta, accomunati dalla passione per la Roma. “Niente stadio per questa volta: sabato si gioca Lazio-Roma, ci troveremmo in casa della squadra avversaria”, spiega Valerio. “Sì, – continua Pietro – ma non staremo neanche a casa. Andremo in un locale del quartiere per vedere il derby tutti insieme”.

E poi ci sono i “poli opposti”. Da una parte Tommaso, che per portare fortuna alla sua squadra del cuore – la Roma – indossa una tuta dell’associazione sportiva dal giorno prima. Dall’altra Marco, che per scaramanzia preferisce ignorare la tensione del pre-partita. “Non si parla del derby fino a mezz’ora prima del derby. È in quel momento che l’ansia inizia a farsi sentire”, racconta a RomaH24 il giovane romanista. Entrambi sono studenti del liceo Avogadro, ed entrambi vedranno la partita “in giro con gli amici”.

La tensione del derby avvolge proprio tutti. Lo racconta Tommaso, che frequenta il Giulio Cesare. “Non sono un grande appassionato di calcio – dice – ma sono un simpatizzante della Roma. Sicuramente vedrò il match in qualche pub o pizzeria della zona con i miei amici”.

Ma a sentire la pressione più di tutti sono i superstiziosi. Come Alberto, che tifa Roma e studia anche lui nel liceo di corso Trieste. “Qualche anno fa un mio amico laziale mi regalò un pupazzo della Roma. Sono convinto che porti sfortuna, quindi ogni volta che gioca la mia squadra lo metto in frigo”, racconta lo studente. Mentre Edoardo, tifoso sfegatato della Lazio – al punto da scrivere sul giornale biancoceleste LazioPress -, si affida alle abitudini: “Se vado allo stadio, faccio sempre la stessa strada per andare all’Olimpico. Passo per via di Ponte Salario, la strada che porta a Forte Antenne. Se sto a casa, invece, io e la mia famiglia abbiamo i posti assegnati. E non si possono cambiare”. E infine anche Giacomo, altro utente del liceo classico, ha le sue tradizioni superstiziose. “Ma mi limito alle classiche ‘gufate’ tra amici”, sottolinea lo studente.

Ma in mezzo a tanta tensione, c’è anche chi mantiene la calma. “Sono tranquillo”, racconta Matteo. E spiega il motivo: “Sono sicuro delle capacità della mia squadra”, quella della lupa.

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