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Radici antiche e grattacieli moderni: è uscito La storia dell’Eur
Arriva in libreria La Storia dellʼEur dopo il successo dei volumi precedenti della grande storia di Roma dedicati al Trieste-Salario, Prati, Montesacro, Ostia e Nomentano. Con 182.000 abitanti l’Eur è il punto cruciale e più famoso del Municipio Roma IX a sud della Capitale che si allarga fino a comprendere Tor de’ Cenci, Mostacciano, Giuliano Dalmata, Castel di Decima, Laurentino, Castel Romano, Cecchignola, Spinaceto.
L’Eur poggia le radici in una zona antichissima. Il municipio in cui sorgono i grattacieli del quartiere Europa conserva, ben nascoste, tracce di vita dell’Età del Ferro. Nella Riserva di Decima Malafede, l’uomo di Neanderthal trovò un territorio adatto alla propria sopravvivenza, che gli garantiva ottime possibilità di caccia. E resti del passato emergono proprio là dove non te lo aspetti. Dove oggi ci sono le discusse costruzioni del Laurentino 38, nel 1832 la duchessa di Sermoneta andava a caccia di reperti archeologici, intuendo che lì sotto doveva esserci qualcosa di prezioso.
Tra il Medioevo e il Rinascimento, l’Eur è un rifugio da Roma. O per meditare il rapimento di un Papa, come fece secondo la leggenda un antenato di Beatrice Cenci, o per godersi un po’ di svaghi lontano dagli sguardi austeri: nel castello della Cecchignola, il cardinale e librettista Benedetto Pamphili apre le danze del Seicento frequentandovi “stravaganti compagnie”: musicisti, pittori, attori all’epoca famosissimi, ma poco consoni alla disciplina di un cardinale. Per cominciare a guardare all’Eur di oggi bisogna aspettare il 28 aprile 1937. Mussolini, badile alla mano, scava una buca per piantare un pino. È l’inizio dei lavori per l’Esposizione Universale del 1942, che non si farà mai, per via della guerra. Dove oggi ci sono il laghetto, il Palazzo della Civiltà italiana, o il Palazzo dei Congressi allora non c’era nulla. Un terreno brullo. Ma di lì a poco verrà edificato il quartiere che doveva essere l’ideale prosecuzione della città verso il mare di Ostia.
Il cinema si impadronisce delle atmosfere dell’Eur e nel 1977 Gian Maria Volontè si aggira in quello stesso grattacielo per girare un film sulla vita di Mattei diretto da Gianfranco Rosi. Prima di lui c’era stato Federico Fellini con alcune scene de La dolce vita e dopo ci sarà Paolo Sorrentino con La Grande Bellezza.
La cronaca spesso riempie le pagine di questo quartiere. Con un incontro tra Brigate Rosse e familiari di Piero Costa per pagare il riscatto che permetterà la liberazione dell’imprenditore. Con i sommozzatori che cercano il corpo di Emanuela Orlandi nelle acque del laghetto dopo una telefonata anonima. E con l’arresto di Lady Poggiolini, che in una villa conserva tra le tante e costose cose, anche quadri di Picasso e De Chirico e un puff, che fa da cassaforte per miliardi di lire.