Trieste-Salario

Ecco cosa racconta la fotografa del quartiere

di Cristiana Ciccolini

Gira il mondo con la sua macchina fotografica alla ricerca di storie da raccontare attraverso le immagini. Adriana Miani, è una fotografa libera professionista, che vive nel Trieste-Salario, appassionata di cambiamenti e trasformazioni. Le interessano quelle urbanistiche, dei paesaggi, ma anche delle persone. È sempre in viaggio per lavoro, è stata in Birmania e Germania, Egitto e Marocco. “Avevo questo hobby e l’ho fatto diventare un lavoro – spiega – ho la libertà di scegliere dove puntare il mio obiettivo e proporre progetti a enti, concorsi e mostre”.

Ha appena presentato un libro fotografico (Una farfalla di nome Pinda) in cui parla della vita, segnata dalla sclerosi multipla, di una coraggiosa stilista di trent’anni che ha voluto lanciare un messaggio di speranza a chi, come lei, deve convivere con questa malattia. È il sociale a interessare maggiormente Adriana. In passato ha seguito e documentato un anno di accadimenti avvenuti quando alcune famiglie hanno occupato un edificio su via Tiburtina e alcuni passaggi della riqualificazione urbanistica di Pietralata.

È anche entrata nel carcere di Rebibbia per ritrarre le detenute impegnate in lavori creativi. Tutti i suoi progetti sono stati esposti in mostre e alcuni hanno trovato spazio su riviste e quotidiani. A breve, con il suo obiettivo, seguirà l’intera metamorfosi fisica di un ragazzo transgender.

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