Gli amatriciani del quartiere tra cucina, sport e tradizioni

Il Trieste-Salario è la vera “Little Amatrice” di Roma. Nel suo seno, il quartiere ospita una via intitolata proprio alla perla dei monti della Laga. E in questo spicchio di Capitale risiedono delle autentiche “istituzioni” della cittadina, culla di una tra le specialità gastronomiche più famose al mondo. La consigliera ed ex vicesindaco Patrizia Catenacci è una figlia del Trieste-Salario. A lei, la comunità amatriciana deve l’adozione del marchio De.co. La sigla sta per “denominazione comunale” e certifica l’origine dei prodotti. È una tutela per i consumatori e uno strumento di marketing territoriale per gli esercenti.

Il Trieste-Salario è il quartiere di Bruno D’Alessio, storico organizzatore della “Amatrice-Configno”. Classica delle corse su strada, è stata nel calendario di molti sportivi per quarant’anni. Spesso, rappresentava l’ultimo impegnativo allenamento per molti atleti prima della partenza per i giochi olimpici: 8,5 km di saliscendi dal capoluogo a Configno, una tra le frazioni più dinamiche del territorio. Ad agosto, la corsa faceva convogliare su Amatrice migliaia di podisti. Bruno vive a corso Trieste. Tranne, naturalmente, quando non si sposta nella sua Configno. Alle figlie Alessia e Flaminia, un’ex studentessa del Giulio Cesare, ha trasmesso questo amore per Amatrice.

Chi può vantare radici amatriciane è Ettore Guerrini, proprietario di una trattoria in corso Trieste 129 che porta proprio il suo nome: “Da Ettore”. Là accanto vivono i Guerra, storico cognome della frazione di Capricchia, che in via Ancona 14 possiedono un ristorante, il “Coriolano”. La “mater familias”, Agata, è un’architetta molto attiva con la onlus “Terre Amatriciane”. La figlia Giulia abita in via di Santa Costanza, a due passi dall’Enoteca Graziani. Il titolare, Antonio, ha perso la vita nel sisma del 24 agosto, vicino al leggendario ristorante Roma. All’indomani della tragedia, il locale divenne meta di pellegrinaggio per la gente del quartiere.

Avete presente poi le due pizzerie San Marino del quartiere? Sono entrambe amatriciane. Quella su corso Trieste appartiene a una famiglia della frazione di Collemoresco, quella in via di San Marino è invece di Remo, che si divide tra Roma e un’altra frazione di Amatrice: Scai. Il figlio Alessandro fu uno dei primi soccorritori a giungere su corso Umberto, all’alba del 24 agosto. C’è chi lo ha visto scavare a mani nude tra le macerie del bar Baccari, alle spalle di corso Umberto. Eroi civili, donne e uomini del nostro quartiere che la loro Amatrice non l’hanno mai abbandonata.