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Flaminio, il degrado insidia ma non batte cultura e sport

di Federica Capati

Il Flaminio si trova su una striscia di terra tra il Tevere e i quartieri Parioli e Pinciano, a ovest del Trieste-Salario. Una zona che prima dell’urbanizzazione e della costruzione dei muraglioni sul lungotevere veniva costantemente invasa dalle acque che straripavano. Si chiama anche Q.1, “quartiere uno”, perché è stato il primo ad essere costruito fuori dalle mura Aureliane, con il piano regolatore del 1909.

Notting Hill al Flaminio
Pensando al Flaminio, la prima cosa che viene in mente è il caotico piazzale Flaminio, che fa da confine con il cuore di Roma, con piazza del Popolo, via del Corso e tutta la cosiddetta area del Tridente, meglio conosciuta come il rione Campo Marzio. Pensando al Flaminio, viene in mente ponte Milvio, il ponte dove gli innamorati si scambiano promesse attaccando i lucchetti e buttando la chiave nel Tevere, o il Maxxi, aperto nel 2010. Il Flaminio fa pensare alla Gnam, la Galleria di arte moderna e contemporanea, ma anche a viale Tiziano e a via Bernardo Celentano, meglio conosciuta come “la piccola Londra”, la strada in stile Notting Hill, con i suoi palazzi rosa, azzurri e gialli. Fa pensare allo stadio Flaminio, al teatro Olimpico, al ponte della Musica, inaugurato nel 2011.

Lo sviluppo della zona inizia nel 1905, quando la Società automobili Roma, sceglie per la propria sede degli stabilimenti in via Flaminia, vicino a piazza del Popolo. Contemporaneamente iniziano a essere costruiti gli edifici e la linea del tram, a quell’epoca a traino animale. Con il piano regolatore del 1909 nasce il disegno del Flaminio, con i suoi palazzi, le sue strade e i suoi giardini.

L’esposizione universale
Grazie all’Esposizione internazionale del 1911 il quartiere inizia a mostrare la sua vocazione di polo culturale, sportivo e del tempo libero. Viene realizzato lo stadio Nazionale, oggi stadio Flaminio e Valle Giulia, con la Gnam. Le due guerre cambiano il volto della zona. Lo trasformano profondamente e lo destinano a usi militari, tanto che – soprattutto con la Prima guerra mondiale – molti edifici vengono convertiti in caserme. Il 1960, come per il quartiere Parioli, apre una fase molto importante per l’area. La costruzione del Villaggio Olimpico, gli impianti sportivi come il Palazzetto dello sport e le sedi delle Federazioni riconfermano il Flaminio come il polo sportivo che era stato sin dall’inizio. Il processo di trasformazione della zona non si è ancora fermato. Nel 2010 è stato inaugurato il Maxxi, il Museo delle arti del XXI secolo, un gioiello architettonico progettato da Zaha Hadid. Poco oltre, al confine con i Parioli, c’è l’Auditorium Parco della Musica. E nel 2011 è stato aperto il nuovo ponte della Musica, esclusivamente pedonale, oggi centro di ritrovo per skater e turisti.

Mangiare e bere
Un quartiere che può soddisfare tutte le tasche. Si trovano ristoranti di lusso ma anche pizzerie, fast food, e piccoli bistrot accessibili a tutti.  Nel primo tratto di via Flaminia, quello dove possono passare solo i tram, si possono gustare tranci di pizza, kebab, arancini, gelati, spendendo anche meno di cinque euro. Istituzione del quartiere è la piccola pizzeria “il Buchetto”, su via Flaminia, a due passi da piazza del Popolo. Spostandosi verso ponte Milvio, per mangiare e bere c’è l’imbarazzo della scelta. Si va dalle birrerie ai ristoranti, dalle friggitorie ai pub. In ogni caso non è possibile passare una serata in zona senza assaggiare i fritti della Sora Milvia o il mitico tiramisù di Pompi.

Volontari alla riscossa
Anche nel Flaminio, purtroppo, non manca il degrado che ormai ha invaso il Trieste-Salario e Parioli. Rami e alberi a terra anche nelle strade a due passi da piazza del Popolo. Cassonetti strapieni, materassi, sedie e tavoli lasciati in strada. Caditoie ostruite dalle foglie che con il primo acquazzone hanno fatto allagare la zona. Strade ammalorate e piene di buche, pericolose per motociclisti e automobili. Ma – come accade nel Trieste-Salario – anche nel Flaminio non mancano gruppi di cittadini volontari alla riscossa, che si riuniscono per combattere il degrado che ha colpito la città. In particolare è molto attiva Retake Roma Flaminio, l’associazione che ha l’obiettivo di restituire il decoro alla Capitale, che ha organizzato diverse giornate di pulizia nel quartiere.

L’asse che ospita teatri, musei e sale da concerto
Fin dall’Esposizione Internazionale del 1911, il Flaminio si è qualificato come uno dei principali poli culturali della Capitale. Nel corso del tempo, teatri, ponti, musei e centri multifunzionali sono stati costruiti proprio in quella striscia di terra tra il Tevere e i Parioli. Nel 1936 è nato il teatro Olimpico, sul lungotevere Flaminio, davanti al modernissimo ponte della Musica. Inizialmente veniva utilizzato come cinema. Solo dopo la Seconda guerra mondiale diventò un teatro. Oggi il teatro Olimpico ospita gli spettacoli più diversi: dalla danza alla commedia, dal cabaret alla prosa. Da lì parte l’asse di via Guido Reni, dove troviamo il MAXXI, il Museo delle arti del XXI secolo, aperto nel 2010 e realizzato al posto della ex caserma Montello.

La struttura sottolinea come il Flaminio sia tra i quartieri di Roma in cui si concentrano la maggior parte dei poli culturali e artistici. La galleria d’arte ospita al suo interno collezioni permanenti, mostre e spazi dedicati alla caffetteria e al bookshop, dove è possibile fare una pausa rimanendo letteralmente immersi nell’arte. E di fronte, nella ex caserma, era nato il Guido Reni District, che per due anni ha ospitato mostre ed eventi culturali. Ma dal maggio scorso lo spazio è stato destinato a diventare edilizia residenziale.

La prosecuzione di via Guido Reni si chiama via Pietro de Coubertin. Ed è qui che si trova l’altro grande polo culturale del Flaminio: l’Auditorium Parco della Musica, il complesso multifunzionale inaugurato nel 2002 e progettato dall’architetto Renzo Piano, che ogni giorno ospita concerti, conferenze, mostre e spettacoli. Un forte punto di aggregazione che attira sia i residenti del Flaminio che gli abitanti di tutta Roma, nonché gli appassionati di turismo culturale.

Il confine fatto d’acqua e i suoi circoli sportivi
Uno dei confini del Flaminio – a ovest – è l’acqua. È il Tevere che separa il quartiere da Prati-Della Vittoria. Con una particolarità: i circoli sportivi, che si susseguono l’un l’altro, da ponte Risorgimento fino all’Acqua Acetosa: il Canottieri Roma e il Cantottieri Lazio, quello degli ufficiali di Marina e quello delle Poste, della Rai, dei ministeri… È nel 1872 che nasce il “Reale circolo canottieri Tevere Remo”, il primo dei circoli di Roma. Gli altri verranno via via. Li si può definire come una città – pulita e silenziosa – nella città chiassosa e degradata. Entrando in uno qualsiasi dei circoli sul Tevere si potrebbe pensare di non essere più a Roma, ma in un piccolo paradiso terrestre dove fare sport, usufruire del centro benessere, prendere il sole, sorseggiare un cocktail e trascorrere il pranzo della domenica con la famiglia o gli amici. È anche grazie a questi “club” – insieme allo stadio Flaminio e al vicino Villaggio Olimpico – che il Flaminio viene classificato come il quartiere dello sport per eccellenza della Capitale.

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