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Caso legionella, in tribunale analisi non fatte da 5 anni

di Gianluca Colletta

Per anni sono stati richiesti i fondi per effettuare le analisi, ma solo nel 2018 sono stati assegnati i fondi per effettuarle. La notizia della presenza del batterio della legionella negli edifici del palazzo di giustizia di piazzale Clodio ha destato molta preoccupazione tra avvocati e dipendenti, tanto che il presidente del tribunale, Franco Monastero, ha convocato un’assemblea plenaria per illustrare la situazione.

Nel 2014 ci furono due casi di legionella associati alla città giudiziaria di piazzale Clodio. Vennero effettuate tutte le operazioni di sanificazione e, in seguito, si accertò che i contagi avvennero fuori dal palazzo di giustizia.

Da allora però ogni anno furono inviate al ministero della Giustizia lettere per richiedere i soldi e per effettuare nuove analisi. Fino a metà dello scorso anno però non c’è stata nessuna risposta alle richieste. Solo nel settembre 2018 sono state effettuate le nuove analisi, che hanno portato alla scoperta del batterio negli impianti UTA (unità di trattamento aria), che servono per il condizionamento estivo delle palazzine A e B e che risultano chiusi dal mese di settembre.

Al momento è escluso ogni tipo di contagio e sono in corso le attività di sanificazione, per le quali sono stati stanziati subito i fondi. Gli interventi di bonifica, immediatamente disposti dal presidente del tribunale, dureranno fino alla notte tra il 15 e 16 gennaio. Nel pomeriggio di oggi, lunedì 14, sono iniziate le procedure per l’iperclorazione, cioè l’immissione di cloro ad alta concentrazione, delle condotte idriche dell’edificio A, comprese le tubature dell’acqua dei bagni, oltre che a quelle degli impianti di condizionamento. Stessa procedura sarà effettuata nell’edificio B domani, martedì 15.

Tra le altre misure di prevenzione è stata disposta la chiusura dei distributori di bevande, la rimozione e sostituzione dei rubinetti delle docce e l’affissione di cartelli di divieto di bere l’acqua dei bagni. Nuovi esami saranno poi effettuati nelle 48 ore successive alla fine delle procedure stabilite dal ministero della Sanità e ripetuti a distanza di uno, tre e sei mesi. Dai trattamenti risulta esclusa la palazzina C e il bar che si trova al suo interno, per i quali è stato chiesto al Ministero di stanziare i fondi per le analisi necessarie.

Tutte le misure volte a prevenire il diffondersi del batterio della legionella sono state indicate dal presidente Monastero all’interno di una lettera inviata venerdì pomeriggio ai presidenti della sezione gip e gup, a quelli della Corte d’assise, delle sezioni penali e ai giudici del settore penale.

E proprio intorno al bar all’interno della palazzina C si concentrano i maggiori timori dei dipendenti. Nel corso dell’assemblea, alla quale hanno preso parte anche il medico del tribunale e il responsabile della sicurezza, è stato però spiegato che l’acqua utilizzata nel punto di ristoro interno fa riferimento ad un’altra conduttura e che non dovrebbe avere risentire né del trattamento col cloro, né della presenza del batterio della legionella.

Oltre ai primi provvedimenti presi in seguito alla scoperta del batterio della legionella all’interno di alcune condotte degli edifici A e B del tribunale di piazzale Clodio, sono state contestualmente inviate richieste per effettuare analisi in tutte le sedi della città giudiziaria, comprese quelle del tribunale civile in via Lepanto.

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