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Bus turistici, Ztl più cara per alleggerire il traffico

di Gianluca Colletta

Meno pullman in circolazione sulle strade di Prati. La rivoluzione sull’accesso nel quartiere ai bus turistici sta ottenendo i risultati sperati dall’amministrazione, con strade più libere e meno mezzi in circolazione. A guadagnarci sono soprattutto automobilisti e residenti, che non dovranno più fare i conti con il traffico causato da questi grossi automezzi.

Le proteste
In passato erano state diverse le proteste dei comitati cittadini contro i pullman, considerati responsabili di intralciare la viabilità, inquinare e danneggiare le strade, creando buche e avvallamenti pericolosi.

Il nuovo regolamento è entrato in vigore il primo gennaio e da inizio anno sono stati venduti 60 carnet per l’ingresso al centro, con circa la metà dei vettori che si è adeguata alla normativa (secondo l’Agenzia per la mobilità sarebbero una sessantina in totale), mentre tutti avevano presentato ricorso contro le nuove norme.

Gli stalli deserti
Il risultato più evidente è che al momento gli stalli su via Leone IV, attaccati alle mura del Vaticano, sono quasi deserti. Nel 2018 la media degli accessi alla zona a traffico limitato era stata invece di circa 700 al giorno, con punte di mille.

A favore del nuovo provvedimento c’è il comitato Salvaguardia Borgo, che negli anni ha portato avanti la battaglia contro i pullman. Spiega il presidente Luigi La Pecciarella: «Vogliamo che sia tutelato un patrimonio dell’umanità che non può essere soffocato dal traffico. Col Giubileo parcheggiavano anche su via della Conciliazione, invece di andare al terminal del Gianicolo. Ad oggi sembra ci siano stati dei miglioramenti e il lungotevere risulta molto meno intasato».

Tra le principali novità ci sono l’istituzione della Ztl Vam (varchi per veicoli a motore superiori ai 7,5 metri), una zona a traffico limitato per i bus turistici, l’aumento delle tariffe per accedervi e il divieto di entrare nel centro storico. I prezzi dei carnet variano in base al tipo di pullman e al pacchetto (da 50, 100, 200 o 300 accessi) e possono arrivare a costare fino a oltre 23 mila euro.

Controlli e multe
Un aumento di dieci volte rispetto al 2018, quando si pagavano al massimo 2.300 euro per l’abbonamento annuale. La polizia locale ha effettuato, nei primi sei giorni del 2019, 42 controlli e 9 contravvenzioni (a partire da 450 euro) per il mancato possesso del ticket.

Di battaglia vinta parla la sindaca di Roma, Virginia Raggi. «Il 2019 – ha scritto sulla propria pagina Facebook – è iniziato con una bella sorpresa per tutti i cittadini romani: meno bus turistici per le strade del centro storico».

Fine di un’ anomalia
L’obiettivo dell’amministrazione capitolina è quello di «tutelare lo straordinario patrimonio storico e archeologico di Roma. Abbiamo messo fine a un’anomalia del passato: l’invasione del centro da parte dei torpedoni per le strade del cuore di Roma».

Conducenti e operatori sono però sul piede di guerra: «C’è il rischio di ammazzare i piccoli vettori e dieci auto inquinano di più di un pullman», dice Cesare, autista romano. Alcune piccole società stanno valutando l’ipotesi di vendere uno o più mezzi per comprare i carnet.

I ricorsi al Tar
«Se mi chiudono il centro storico mi fanno un favore – fa eco Luigi, un altro autista –, dopo quarant’anni che sto in mezzo al traffico. Ma le immaginate migliaia di persone che si muovono con i mezzi pubblici? E gli anziani che non riescono a camminare, che devono fare?».

Il turismo nella Capitale ha numeri importanti e dà lavoro a guide, ristoratori, negozianti. Compreso l’indotto, rappresenta il 15 per cento del Pil cittadino. Nei mesi scorsi sono stati presentati alcuni ricorsi, per richiedere la sospensione del nuovo regolamento, bocciati sia dal Tar che dal Consiglio di Stato. La battaglia legale però prosegue.
«Il trasporto pubblico non può sostituire i bus turistici», commenta l’avvocato Ettore Paolucci, promotore di uno dei ricorsi.

Navi da crociera
«Dal primo gennaio sono entrati pochi pullman perché ci sono state numerose disdette per il trasporto religioso e scolastico, mentre la quasi totalità dei carnet venduti appartiene al turismo delle navi da crociera».

I lavoratori intanto temono di trovarsi disoccupati e valutano di richiedere un incontro al ministero del Lavoro, con operatori turistici, rappresentanze sindacali e amministratori.

«Già per 500 unità – spiega l’avvocato Paolucci – non c’è stato il rinnovo del contratto. A febbraio ci saranno , nuovi ricorsi al Tar con dei motivi aggiunti, per avere un pronunciamento prima dell’inizio dell’alta stagione. Si può ancora fare marcia indietro».

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